venerdì 27 dicembre 2013

Faccio il portiere d'albergo, sono un turnante.
Turnante significa che, ogni settimana, ho 3 turni di giorno, due notti e poi due riposi. Ma se il portiere di notte è in ferie, diventano 5 notti a settimana. E se alcuni colleghi sono malati, anche qualcuna in più. Ma chiarisco subito: non intendo affatto lamentarmi di ciò, anzi. E' un lavoro che mi piace, anche se ammetto che preferisco maggiormente i turni di giorno che quelli di notte. Ma tant'è, ho un lavoro e pure retribuito, e di questi tempi ciò mi trasforma in uno degli elementi più invidiati dal 90% della popolazione.
Come in tutti i lavori, ci sono delle responsabilità. Di notte sono l'unico addetto al ricevimento presente. Anzi, sono proprio l'unico di tutta la ditta, almeno fino all'arrivo dei ragazzi/e della sala colazioni. Ma fino ad allora, dalle 23 alle 6 del mattino, sono solo. Ed ho l'obbligo di rispondere delle esigenze della clientela.
La richiesta maggiore riguarda i cuscini. Il cliente chiama al ricevimento, ed a quel punto gli chiedo di scendere a prenderseli, perchè non posso assentarmi dal bancone. Molti ne rimangono contrariati, ma se possibile, li faccio scendere. Il problema capita quando finisco i cuscini che teniamo nel deposito della hall. In quel caso devo salire a prenderli. Ecco la procedura:
-chiusura cassa e chiavi infilate in tasca;
-chiusura albergo, se qualcuno rientra dovrà aspettare; ovviamente, come sempre in questi casi, qualcuno rientrerà. E' sempre così al ricevimento: a volte non vedi nessuno anche per un paio d'ore, poi come ti assenti per farti un caffè, bere un bicchiere d'acqua o fare la pipì, arriva il mondo.
-salita delle scale fino allo stanzino biancheria (al terzo piano!); l'ascensore in questo caso è assolutamente verboten, non posso in alcun modo rischiare di rimanere chiuso dentro. Chi mai verrebbe a liberarmi, John Mcclane? La legge di Murphy è sempre in agguato, e la presenza del portiere all'interno aumenta la probabilità di guasti del 475 %.
Perciò via di corsa fino allo stanzino (5'' e 3 decimi, record mondiale), afferro i cuscini, afferro le federe pulite, infilo i cuscini nelle federe e poi tutto di corsa (ma non troppo o si fa rumore) per altre scale e/o il corridoio fino alla camera del cliente. Arrivo con un principio di enfisema, ma come dice il dottor Jones, non sono gli anni. Sono i chilometri.
Non mi resta che bussare.
Beh, tutto questo scalmanassi viene vanificato dal cliente, che se la prende molto comoda. Tranquillo, non sono al lavoro! Il mondo gira intorno a te, aspetterà! Che te ne importa se il portiere si prenderà i vaffa da parte di quello che aspetta fuori dall'ingresso, e se sono fortunato (ed io lo sono particolarmente) è il direttore che passava dal centro alle 23.30 e veniva a chiedermi come va! “Marcellino, ma perchè aveva chiuso? E dove era?” “Ma niente, lo sa che l'armadio della 107 è collegato a Narnia, ero andato a fare un saluto al leone ed alla strega.” (Devo servire un cliente, mica posso lasciare il portone aperto, no?)
Busso per la seconda volta.
-Chi è?-
-(tua nonna in carriola) Sono il portiere, le ho portato i cuscini-
Dopo di che, cala nuovamente il silenzio. Non odo rumori di sorta, non si sente neanche la tv, che di solito a quell'ora tutti tengono accesa al massimo volume possibile (e per fortuna c'è un limite impostato sui nostri apparecchi).
Attendo, impaziente, mentre il mio cervello rumina pensieri stragisti. Dai, posa il piedino giù dal letto, metti le ciabattine e vieni ad aprire e prenderti questi ca**o di cuscini, muoviti! Rapido, pedazo de burro! (da ciò deducetene che era di lingua spagnola).
Niente, nessun rumore. Busso nuovamente.
Non mi risponde neanche.
Notare che questa emerita fa*a mi aveva appena chiamato dalla camera sul centralino, ed ora non mi apre; ma chi ti aspettavi che bussasse? Il mostro di Milwaukee? Sono il portiere, no? Quello a cui, due minuti fa, hai chiesto “Posso avere due cuscini, per favore?” (puedo haber dos almoadas mas, por favor?)
Finalmente odo dei rumori, qualcuno si sta muovendo verso la porta. Ma con comodo, eh! Attendiamo pure che torni la cometa di Halley, così me la perdo perchè sono dentro un corridoio con due cuscini in mano!
Finalmente mi apre! Halleluia. Tiè, beccati 'sti cuscini, ora corro giù al bancone.
-Un momento, per favore-
Ed ora cosa c'è? Non me lo dice. Accosta la porta – Non vada via!- Ma io ho fretta, me la darai domani la mancia, va bene lo stesso, dai! Lui insiste, ma io telo. Devo tornare al ricevimento, non posso stare qui ad attendere lui che frughi nei sui bagagli alla ricerca di una monetina da 20 centesimi, col tempo che ci mette a trovarla fa a tempo a finire l'Olocene e cominciare la prossima era geologica.
Quindi mi faccio il percorso inverso, gettandomi a rotta di collo giù per le scale. Ovviamente, come sempre in questi casi, qualcuno sta suonando furiosamente il campanello. Arrivo trafelato alla porta ed apro. Il/la tipo/a in attesa avrà da lamentarsi neanche fosse lì da tutta la notte quando saranno passati si e no un paio di minuti.
“Ma dove ca**o era?”
“Scu...scusi...anf... per... l'a..attesa, ma.. anf... un cliente... anf.. mi ha chiesto... anf... un cuscino... e sono salito... anf”
“Ah... me ne porta uno anche a me?”
L'ho infilato nell'affettatrice e servito la mattina sul buffet delle colazioni al posto del prosciutto.

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