lunedì 16 dicembre 2013

Un pomeriggio estivo scende un cliente italo-americano di mezza età: sandalo, pantaloncini avana e canotta fantozziana con tanto di regolamentare macchia d'unto sul panzone prominente. 
Un tamarrone di quelli unici. 
Ha in braccio un enorme pacco stracolmo di biancheria. Si stravacca sul divano della hall neanche avesse portato il masso di Sisifo:
"Lei parlare ingles?"
"Yes" 
"E dimmi... dove stare qui laundry?"
Non sapevo se rispondergli in inglese od in italiano, alla fine ho fatto anche io un mix di italenglish che se mi sentiva una qualsiasi delle mie insegnanti mi moriva di crepacuore. Oppure mi saltava alla gola modello Homer sul figlio Bart.
Va alla lavanderia automatica e rientra dopo aver lavato la sua roba. Dopo una mezz'oretta esce con la moglie: lei una signora distinta, anche vestita abbastanza elegantemente. Lui sempre con la canotta macchiata ed un particolare che mi ha riempito di gioia: sigaretta appoggiata sull'orecchio. Mi ha salutato con l'occhiolino "Noi andiamo mangiare".
Un mito!

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