lunedì 10 febbraio 2014

Dobbiamo ammetterlo: le donne hanno una marcia in più.

Sono più sveglie, capaci, calcolatrici; noi maschi non possiamo farcela. La nostra mente è annebbiata, incapace di ragionare, risucchiata nel lato oscuro; nel buio incatenati, bramosi di tesssssoro, cediamo alle più bieche tentazioni.

Si, potete vederci un doppio senso.

Anzi, dovete.


Cinese. Giovane, vestito curato, elegante.

Uno di quelli che ce l'ha fatta, che è arrivato; proprietario di un paio di capannoni al macrolotto di Prato, ormai ridotta a zona industriale del Quandong; e dentro i capannoni, l'intera popolazione del Quandong: 15 al metro quadro. Perchè un cinese vestito elegante nel centro di Firenze la domenica è il proprietario dei capannoni, non c'è altra spiegazione. Perchè all'esterno del capannone i giorni scorrono normali, mentre all'interno sono sempre le 10 di lunedì mattina: massimo dell'impegno lavorativo. 24 ore su 24.

A scuola avevo studiato che i cinesi avevano realizzato scoperte incredibili secoli prima di noi occidentali: l'uso del petrolio, la polvere da sparo ed i fuochi artificiali, la macchina per misurare i terremoti, forse anche la briscola ed il tresette.

Ma oggi, nel duemila passato, si sono ridotti a ritirare fuori roba che noi occidentali non usiamo più da secoli: la servitù della gleba.

Secoli prima, in Europa, gli uomini dipendevano dalla terra, e passavano di proprietario quando veniva comprata la terra.

Oggi dipendono dal capannone.

Dicevo: il cinese ricco, il proprietario del capannone e dei servi della gleba che ci lavorano dentro, entra nell'albergo.

Si ferma davanti al bancone.

Mi guarda.

Io: “Buongiorno” + sorriso.

E' sorpreso. Non se l'aspetta. Non è abituato agli italiani sorridenti, non li ha mai visti, pensa che siano come gli unicorni: creature di fantasia. Per lui gli italiani hanno l'aspetto feroce e rancoroso dei pratesi di casa libbra (o se preferite, casa sterlina) alla vista di un cinese, la stessa dei soldati giapponesi che entrarono a Nanchino: odio profondo ansioso di massacro.

Poi si riprende. E' in un albergo, ed ha davanti a sé un portiere, il cui scopo è vendere camere a chiunque non sia vestito come uno straccione e sborsi il soldo. E lì torna sicuro di sé: ha il vestito elegante, e soprattutto il soldo. Ma prima la domanda topica:

C'è camela?”

Crdetemi, io non voglio assolutamente alimentare il mito del cinese che parla con la l al posto della r, ma è quel che ha detto, quel che mi ha chiesto. “C'è camela?”

Ma è ovvio che c'è, sono qui apposta. Sparo il prezzo, un buon prezzo. Perchè è una domenica di Febbraio, e non siamo al completo, purtroppo. Abbiamo molte camere libere, e sono già preparato sulle tariffe da applicare a chi passa a domandare al bancone.

Ecco, si rilassa, quasi appare un sorriso: ha trovato il posto giusto. Estrae dalle tasche un rotolo di banconote e le piazza sul bancone, assieme al documento d'identità (il permesso di soggiorno), poi esce e fa un cenno all'esterno. Come immaginavo entra lei.

Carina, giovane. Non vestita proprio curata, anzi. Probabilmente è una delle serve della gleba del capannone, nell'unica occasione per trasformare le 10 di lunedì nelle 14 di domenica. Ma è sorridente. Entra e dice buongiorno.

Io, ovviamente, contraccambio: poi aspetto.

Mi guardano.

Io attendo.

Lui guarda il denaro ed il documento, poi alza gli occhi verso di me. Il messaggio, neanche tanto sublimilane, è chiaro e lampante: “Tu, onolevole poltiere, plendele soldi e documento e dale noi chiave di camela per day usel”.

Non posso che rispondere in un solo modo:

Ho bisogno di avere anche il documento della signorina”.

Immaginate Jackie Chan quando fa la faccetta stupita quando gli capita un fatto inaspettato.

L'onorevole portiere italiano seguo la legge pidessiquamente: no document, no party.

Lei: “Pelmesso di soggiolno” ed indica il documento di lui.

Io: “Mi serve il documento di entrambi”

Lei: “Io no documento”

Jacki Chan lascia il posto all'occhio della madre.

La disperazione.

Lei non ha il documento.

E lì nostro maschio day user, come tutti i maschi ovunque nel pianeta, di fronte alla terribile prospettiva di andare in bianco, si fa prendere dal panico e dall'irrazionalità.

Ma io finile plesto, andale via subito”

E' qui che si vede come le donne siano meglio di noi uomini.

Perchè una donna a queste frasi, ci arriva. Lo capisce che non è il caso di dirle. Che non bisogna far prendere il sopravvento agli impulsi sessuali.

Quando l'ho detto a mia moglie, lei è scoppiata a ridere: “Se devi far presto, tu ci vai con un'altra!”

La ragazza cinese però non scoppia a ridere. Anzi, s'incacchia parecchio. Agguanta le banconote ed il documento e gliele sbatte addosso, urlandogli in cinese (non lo parlo, vado ad intuito) quel che ha detto mia moglie.

Però seriamente. Molto seriamente.

Lui replica, alzando la voce. Mi trovo davanti un'altra scena da Jackie Chan, lui che litiga con la protagonista femminile, con un volume di decibel appena un pelo sotto a quello di un airbus in fase di decollo.

Ma per fortuna escono. Chiacchierano a voce alta fuori dal portone, poi lui la abbraccia. Lei lo respinge per un po', poi ricambia l'abbraccio. Pace fatta. Se ne vanno.

Spero che tornino, domenica prossima, con entrambi i documenti.

Ma soprattutto spero che lui abbia imparato la lezione. Anche perchè, da uomo, un pomeriggio in bianco non lo auguro a nessuno.

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