martedì 11 marzo 2014

Certe storie non so proprio come definirle.

Sono eventi che mi lasciano, a dir poco, sconcertato. Semplicemente, lascio fare il buon senso e cerco di comprenderne la logica brutale. E non sempre ci riesco. Effettivamente, quasi mai.


Turno di domenica mattina, hotel pieno il sabato notte, quindi mattinata di partenze.Due camere, due coppie di italiani del nord sulla settantina. Scende la prima camera, check-out e si siedono sul divano davanti alla hall; apparentemente simpatici e tranquilli, sono contenti del soggiorno. Lui sfoggia due baffoni modello manubrio, che fanno pandan con la nuova guerra di Crimea: il ritorno dell'ottocento. Purtroppo la parte peggiore, cioè tutto ma senza l'impressionismo.


Come d'uopo tra maschi italici dai 5 anni in su, il discorso verte subito sull'arte pedatoria, e comincia bene: ci augura la miglior sorte nello scontro con colei-che-non-può-essere-nominata (sapete già come è andata a finire, purtroppo non è mai come nelle favole: Harry Potter è stato ucciso da Voldemarotta). Si lamenta della sua squadra, il milan, sconfitto nell'incontro del sabato sera. Ed ha già un responsabile:


-Eh... certo... anche quel negher, lì...”


Non ci vuole molto a capire di chi sta parlando.


Ok, non è che sia particolarmente simpatico neanche a me (a dire il vero è proprio la squadra in cui milita che non mi è simpatica, ma non posso dirglielo. Sono un portiere fiorentino molto professionale), e provo a rammentare che, in fondo, un paio d'anni fa, sfondò la porta dei crucchi (che è sempre un bel piacere). Ma lui tira giù il carico da 11:


-E' che la nazionale dovrebbe essere composta solo da italiani-


Rimango un po' interdetto da cotanta affermazione, e lì per lì mi viene da ribattere semplicemente che:


-Beh, siamo in un mondo libero-


E quello se ne viene fuori con una definizione tirata fuori direttamente dal ministero del minculpop:


-Ehhhh... non dovrebbe esserlo-


Firenze, Italia, 1814.


A pensarci bene si dovrebbe togliere il mille e lasciare l'ottocentoquattordici. Duecento anni fa il Granducato era già più avanti.


Quasi quasi ai prossimi mondiali tifo per la Germania di Mario Gomezze.



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