mercoledì 5 marzo 2014

Così, anche oggi ci sono cascato. Mi ero ripromesso di starci attento, di fare bene attenzione, ma ci sono ricascato lo stesso. Lo so, non sono perfetto. Anzi, metteteci pure il carico da 11: sono un bischero totale. 

Prenotazione di una camera doppia più una singola, e che siano accanto (così ordina l'agenzia). Famiglia australiana con ben poco della terra dei canguri: padre arabo, madre amerinda. Figlio adolescente con lo stesso atteggiamento degli adolescenti anglosassoni: camminata strascicata e sguardo assente, perso nei turbamenti tipici della sua età.

La classica famiglia globale.

A fare il check-in e chiedere le informazioni si presenta, com'è ovvio, la madre, mentre i due maschi se ne stanno in disparte, attendendo rassegnati che colei che porta i pantaloni decida in tutto e per tutto. Documenti e voucher a me, chiavi e piantina della città a loro. La signora, con una puzza sotto il naso che le fogne di Calcutta in confronto sono il laboratorio della Chanel, mi chiede di indicargli dove siamo. Già dal modo con cui lo chiede (tu sei un servo ed io la regina in attesa di essere servita: lavora!) dovrei sospettare qualcosa. Invece sfoggio il mio miglior sorriso ed apro la piantina: qui c'è l'albergo, qui il Duomo, l'Accademia, gli Uffizi, Palazzo della Signoria, Ponte Vecchio. Tutti i luoghi sono a soli 10 minuti a piedi e blablabla, ma ovviamente sono interrotto.

Voglio andare al Mall.

Avrei dovuto capirlo subito: non gliene frega niente di Firenze, della cultura, del Rinascimento. Vogliono andare al Mall. Trascorreranno lì il resto della giornata, poi al massimo faranno una passeggiata serale di 10 minuti sotto al Duomo, probabilmente accorgendosi appena dove stanno passando. E la mattina dopo ripartiranno verso un'altra città, rivolgendo lo stesso sguardo assente al Colosseo od a tutta Venezia. Prima lo shopping, poi, forse, storia e cultura.

Forse.

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