sabato 15 marzo 2014

Ho ancora una grande nostalgia di quando le mie figlie, molto piccole, si facevano prendere per mano e guidare fino alla destinazione: il nido, un nuovo giardino, l’asilo, la prima elementare. Posti così. Esclusivi. Più di quelli da vip.
Piccole, tenere manine che agguantano il ditone del babbo, che le accompagna fiero di mostrarle al mondo. Piccoli bambini che si avviano alla scuola con i loro grembiuletti e la sciarpina Viola al collo, orgoglio dei genitori. Accompagnati fino in classe con la raccomandazione “Fai ammodino, mi raccomando”.

Poi, qualche mese dopo, sentirsi dire “voglio la sciarpina di Peppa Pig”, camminare fiere per conto loro ed una volta a 20 metri dalla scuola “ciao Babbo” e via ad agguantare la mano all’amichetta del cuore. Così piccole e così già desiderose di indipendenza.

Mica tutti sono così. Magari. Alcuni sono ancora al livello di “Babbo, mi dai la manina?”

Turno pomeridiano. Telefono.

-Hotel xxxxx, buonasera sono marcello-

Mi risponde un inglese terribile, con forte accento portoghese.

-Mi chiamo Gustavo, ho una prenotazione presso di voi per stasera-

Eh, dai, non conoscete Gustavo? Gustavo dou Brazil? Chi non lo conosce? Quello che sgroppava sulla fascia quando giocava nella Salernitana.

Sto scherzando, non lo conosce nessuno. Ma lui è Gustavo, dà per scontato che la sua fama sia arrivata pure a Firenze. Pure a Vladivostok. O su Cardassia.

Risalgo alla prenotazione in maniera agevole perchè non mancano molti arrivi. Guarda caso su una di queste, oltre al cognome, c’è pure il nome. Due camere per due notti.

-Siamo all’Hotel Mediterraneo, non sappiamo come arrivare da voi, le strade sono tutte chiuse-

E’ sui lungarni, dall’altra parte della città. Come faccio a spiegargli come arrivare qui, ci sono almeno una dozzina di strade da prendere, compresi i viali. Ed ovviamente per lui è arabo, non essendo di Firenze. Già abbiamo difficoltà noi che ci si vive…. Ma ‘un ce l’hai un navigatore? Si, ce l’ha. Perché non imposti il nome della via ed arrivi?

Ok, va bene, gustavo è anche un po’ sfigato: per l’appunto alcune vie nei pressi della Fortezza da Basso sono chiuse perché c’è una manifestazione. Che mi ha fatto pure perdere tempo perché come un deficiente sono rimasto ad attendere l’autobus che non arrivava prima che mi accorgessi di un cartello che diceva che per due ore il servizio sarebbe potuto essere interrotto causa manifestazione. C’erano pure dei volantini di questo storico ed affollato evento: quei quattro gatti stracciamaroni di estrema destra a cui faceva il verso la Caterina Guzzanti. Morte e distruzione! Mi hanno fatto arrivare in ritardo, alle 15.15, argh! (Caterina, perdono, perdono, perdono). Tra loro ed il PMLI non saprei chi sopprimere per primi, anche se probabilmente sono talmente all’estremo entrambi che fanno il giro e si toccano, quindi in buona sostanza sono la stessa cosa.

In ogni caso, siamo a pomeriggio inoltrato, la manifestazione dovrebbe volgere al termine (si spera anche quelli che ne facevano parte). Parti, segui il navigatore ed arrivi, che problema c’è?

Ma Gustavo è in difficoltà.
In forte difficoltà.
Ha bisogno della manina del babbo che lo porta e lo accompagna in classe, ed il babbo è rimasto Rio.

-Ma non è possibile che lei venga qui e ci aiuti ad arrivare all’albergo?-

…..

Lo so che lo avete fatto.
Lo so che avete messo la mano a coprirvi la faccia, un facepalm collettivo, è quello che ci vuole.

Mi rendo conto che è un problema viaggiare in una città che non si conosce, specialmente con un’auto a noleggio. Mi ricordo le difficoltà che passammo l’anno scorso a Munich con la Sara quando cercavamo l’albergo, con le bimbe che protestavano che erano stanche e volevano riposarsi. Ma ce l’eravamo cercata. Ce la cantavamo e suonavamo da soli, com’era giusto che fosse.

Gustavo no.

Pazientemente gli spiego che non posso lasciare il bancone. Che deve arrangiarsi. E’ parecchio scocciato.
–This is a problem-
Si, ma è un tuo problem.
Mi tiene trenta minuti al telefono, e meno male che ho la stagista, Elmedina, che già a 17 anni potrebbe stare al banco da sola e mi aiuta con i clienti, spero che le mi figliole siano brave e capaci allo stesso modo, tra un 10 anni; insiste nel chiedermi come si poteva fare, visto che non gli va neanche di spendere i soldi di un taxi per farsi guidare. Nell’unico modo possibile: imposta la via sul navigatore.
Oppure, visualizza la mappa di Firenze sullo stesso, e poi segui il metodo Jack Sparrow: la x indica dove si trova il tesoro e dove i pirati devono scavare.

Pensate che sia finita qui?

Dopo un’ora mi richiama:

-Ma se io cancello, mi restituite il denaro, così mi pago l’albergo da un’altra parte?-

Elmedina mi guarda con gli occhi spalancati: mi sono appoggiato sul bancone, con la mano sulla faccia. Facepalm 2 la vendetta.
E non vi dico come era piegata in due dal ridere quando dopo le riferii la richiesta del cliente.

Così mi tocca di spiegargli che cancellare alle 18 del giorno stesso dell’arrivo è leggermente tardi, visto che la cancellazione è a 48 ore, quindi in ritardo pure per la seconda notte. Noi, i soldi, ce li prendiamo ugualmente: mandiamo fatturina all’agenzia e tanti saluti.

Alla fine arrivano, due coppie della mia età. Colmi di bagagli come solo i brasiliani possono essere (i brasiliani portano pezzi del loro paese con sé, almeno 7 valigie a cranio pesantissime, sono convinto che abbiano terra del loro paese, da usare per essere seppelliti in caso di dipartita durante la vacanza). Decisamente, loro, i consigli elfici sul viaggiare leggeri, non li tengono nel minimo conto.

Comunque ripeto: a quest’età, sarebbe bene liberarsi dalla tutela dei genitori. Ed imparare a cavarsela da soli.

Anche perché mica possiamo essere noi portieri a fare da surrogato…

Ps. Gustavo, ovviamente, è di fantasia.
E non giocava nella Salernitana.
Anche se ha un pancione come quello che aveva Ronaldo due mesi dopo aver smesso.

Ps.2 ce ne sarebbe un’altra di storie, che è pure peggio, ma me la riservo per domani.

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