venerdì 18 aprile 2014

Rapidamente:


ore 22.30, arrivo una mezz'ora di anticipo e trovo la Caroline con la stessa espressione misto incazzatura-tristezza che avevamo noi fiorentini dopo il ritorno di europa lig. In pratica, appena 30 minuti prima, due coppie di austriaci, più o meno sopra il secolo d'età, avevano chiesto qualcosa da trincare al bar dell'albergo. Il problema è che Niccolò, il facchino, era impegnato a rifare una camera a due letti, poiché la cameriera, la mattina, aveva completamente toppato ed aveva rifatto il letto come matrimoniale. E dato che anche lei era piuttosto impegnata al ricevimento, non era possibile “al momento” soddisfare la richiesta.

 

Apriti cielo, gli austriaci aggrediscono verbalmente la povera Caroline, accusandola di non avere voglia di lavorare. Questi emeriti strunz non tengono minimamente di conto che i due ragazzi hanno molto da fare in cose urgenti (due persone che vogliono una camera a due letti,check-in, telefonate di richieste di disponibilità, ecc.): esistono solo e soltanto loro, e devono essere serviti subito, seduta stante. La Caro è letteralmente allibita, e c'è stata molto male, ma alla fine le bevande sono state servite perchè Nicco è un mostro nel suo lavoro, e si precipita dabbasso per servirli. Più tardi chiederanno ulteriori bevande a me, unico dipendente rimasto.

 

Abbi pazienza Caro, lo sai come sono gli austriaci: dei tedeschi tristi. E gli rode ancora di quando voi francesi li prendeste sonoramente a calci nel didietro per mezza Europa, da Ulm ad Austerliz. O forse di quando li bastonammo noi sul Piave.

 

Mentre sono lì al bar che preparo gin tonic e cuba libre, mi chiama un interno, camera 384. Coppia americana 40enne, simpatici, sorridenti e tranquilli. Non riescono a dormire perchè la camera accanto “a party is going on”. Ci sono due ragazzotti, anche loro americani ma con la metà degli anni. Con altri amici. Con molte birre. Li chiamo in camera più volte, non mi rispondono neanche. E' quello che mi lascia stupefatto degli yankee: sui 22-23 anni oltrepassano una barriera che è un po' come la sottile linea rossa di Mallick: al di sopra sono persone adorabili e simpatiche, ma al di sotto sono il diavolo in persona; brivido, terrore e raccapriccio di qualsiasi dipendente alberghiero. E di qualsiasi cliente.

 

Alla fine anche questi strunz rispondono al telefono, e i assicurano che la smetteranno presto, infatti di lì a pochi minuti escono: sono in 6 e tutti con birrozzo in mano. I due occupanti della camera rientrano verso le 4. Ovviamente non suonano il campanello, malgrado glielo avessi detto, e malgrado fosse già la seconda notte che rientravano a quell'ora e trovassero la porta chiusa a chiave.

 

Verso le 6 circa scende proprio la 384, che ha una partenza mattutina. Hanno un volo presto per l'aeroporto. Pagano la tassa di soggiorno, poi lui, tipo alto e prestante ed espressione da “ti ho beccato Osama, è giunta la tua ora”, chiede il numero della camera dei suoi concittadini più giovani e casinari.

 

Room 385, sir. Just dial 3 and the room number on the phone”

 

Lui chiama la camera dal telefono di servizio.... aspetta... aspetta... la moglie attende anche un pò impaziente alla porta, poi alla fine qualcuno risponde, e lui attacca:

 

Hello, i'm your friend from room 384. I wish to thank you to wake me up yesterday night. I hope you have a nice day”.

 

Dopodichè riaggancia, mi saluta, afferra il trolley ed esce dall'albergo.


Firenze, 2014, la seconda guerra civile americana.

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