martedì 22 luglio 2014

Il mondo è pieno di cose inutili. Ad esempio:

  1. il codice etico nella nazionale italiana di calcio;

  2. l'accenno di trama dei pornazzi;

  3. Banderas quando tenta di convincerci che lavora in un mulino;

  4. la vendita dei giochi di ruolo dopo l'avvento di internet e del pdf;

  5. i servizi sui cuccioli d'orso nei tg. Effettivamente, in estate, il 90% del tg;

  6. Arizona Robbins dopo che ha perso una gamba. Ma anche prima.


Ma la cosa più inutile di tutti, almeno a livello di portineria alberghiera, è la legge della privacy, perchè non c'è niente di più bello che raccontare i ca**i propri ad un perfetto sconosciuto.


Estate torrida di qualche anno fa. Entro in turno ed il collega mi dice di tenere d'occhio la 307 perchè fanno casino la notte. Le camere accanto si sono lamentate, pare che “litighino” a voce alta.

 

Dopo qualche minuto rientrano, sono una coppia californiana:

 

Lei: trentenne bionda con capello sbarazzino a frangia sulla fronte e coda di cavallo dietro. Sorrisone da “Hi, i'm so blonde and i don't mind to be!” (traduzione romanesca: so' così bionda, ma così bionda che nun me ne po' fregà de meno che lo si noti). Scarpette da ginnastica, fuseaux coloratissimi ed una t-shirt di due misure sotto, da cui cercano di strabordare due palloni da football americano messi di punta, gentile concessione della NFL.

 

Con sforzo sovrumano, alzo lo sguardo verso quello della cliente, ricordando il cordiale ed amichevole avvertimento di mia moglie come sempre in questi casi: “ti cavo gli occhi e ci gioco sulla spiaggia al posto delle palline di Saronni e Moser!”

 

Lui: stesse scarpette da ginnastica, stessi fuseaux colorati, stessa t-shirt strettissima da ci escono discreti pettorali ed una discreta pancetta, stessi capelli biondi a frangetta sulla fronte e coda, in pratica un David Lee Roth con allegata California girl, solo vent'anni più di lei.

 

Sono discretamente abbarbicati l'uno all'altra e ridono sguaiatamente. Chiedono la chiave della camera e si avviano all'ascensore. E lì davanti si adoperano in un intensissimo scambio di fluidi orali.

 

L'ascensore scende al piano... si apre.... si richiude... resta chiuso. Loro sono sempre lì, con le lingue che scorrono da una cavità orale all'altra.

 

Si ode un “pop”, tipo quello del tappo di un Chianti che esce dal fiasco quando finalmente si staccano. Risata sguaiata, poi si decidono ad aprire l'ascensore per entrarci dentro.

 

Ed una volta dentro, ridaje di lingua. Non guardavo, giuro. Sentivo i mugolii.

 

Qualcosa mi dice che i rumori che fanno nottetempo costoro non sono litigi.

 

Ma me lo confermerà lui.

 

Un 3-4 ore dopo si apre l'ascensore e ne esce il tipo. Un po' sorpreso nel trovare tutto buio, mi nota nell'oscurità e si avvicina.

 

-Hey man, did you shut the door?-

 

-I locked, but i my unlock, if you wish-

 

-Yeah, please man... she wanna eat... she didn't eat enough, eheheheh-

 

Credo che i miei occhi siano strabuzzati di una decina di centimetri fuori dalle orbite.

 

Ho capito bene? Il mio inglese non è crollato di colpo?

 

Ho capito benissimo. Lui si accorge della mia espressione e solletico il suo ego di maschio alpha che deve rendere noto al mondo le sue performance sessuali. E comincia a condividere questa esperienza con il primo bischero trovato: un portiere notturno italiano.

 

-I never.. and i really say never, found a girl like her, man... you know.. she's crazy, she wanna f*** all the time, she pray to be boomed, she scream like C-R-A-Z-Y....-

 

Per un quarto d'ora circa, nel mio più completo silenzio e stupore, ho ricevuto una lezione sui termini inglesi più volgari e sconci su qualsiasi atto sessuale di questo pianeta. Una roba che se la traducessi in italiano ne rimarrebbe scandalizzato pure Rocco. Con tanto di gestualità evidentissima.

 

Poi, finito di descrivermi quel kamasutra che avveniva qualche piano sopra il bancone, mi saluta con un -I'll come back, man, don't lock me out- e se ne esce per tornare dopo una decina di minuti con hamburger, patatine e bibite -I need too refill my body, man- e mentre è lì davanti all'ascensore, un secondo prima di entrarci dentro, mi guarda, spalanca occhi e bocca proprio come David Lee Roth quando fa lo stupito e mima un evidentissimo atto sessuale, mancavano solo Eddie o Steve che ci davano dentro in un assolo di chitarra.

 

Una volta che lui se ne sparisce nell'ascensore, avrei voluto appoggiare i gomiti sul bancone e coprirmi la faccia con i palmi delle mani, ma non ce l'ho fatta.


Il pensiero di quella biondina e di tutto quel che combinava mi ha sconvolto per un discreto periodo di tempo.

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