domenica 23 novembre 2014

A Firenze si dice “bischero”.

Cosa che mi ripete spesso anche mia moglie e figlia grande. Figlia piccola, per fortuna, sta ancora dietro a Crepuscolo Scintillante e Giacomina Mela. Od, in subordine, Giuseppa Maiala.

Alla mia età, giocare al pallone, non risulta più tanto produttivo e soddisfacente.

Non è solo il leggere le note gara e scoprire che tra la mia data di nascita e quella di tutti gli altri giocatori ci sono vent'anni, se non di più, di differenza.

Non è solo lo scoprire che, alla mia età, saltare da un palo all'altro e bloccare palloni in presa sicura non è difficile o complesso. E' semplicemente impossibile.

Non è neanche il raccattare il pallone dalla rete più volte di quanto non faccia il portiere avversario.

Non è la “segata” totalmente gratuita che mi ha dato il numero 9 avversario (vista l'età potrebbe essere mio figlio. Anzi, è sicuramente figlio di tutta Firenze e buona parte della provincia), e mi ha lasciato a terra con una caviglia devastata che Pepito mi ha fatto preparare un posto accanto al suo al CTO di Careggi. E l'arbitro che, mentre mi contorcevo a terra sotto gli effetti di un dolore primordiale, continuava a dire “Non è niente, su, si rialzi”, che invece del calcio a 7 “csen” sul campo della Sales, mi sembrava di giocare contro colei-che-non-deve-essere-nominata. In effetti quel 9 era altrettanto brutto.

Non è tutto questo.

E' che, se si esce da sotto la doccia poco coperto, senza adeguato supporto filamentoso da apporre al collo detto “sciarpa”, e si corre in scooter verso un turno notturno alberghiero di un martedì novembrino umido come solo a Firenze sa essere, si ottiene un unico risultato logico:

un febbrone a 38 di 4-5 giorni.

Perchè di peggio al lavorare il fine settimana c'è solo lo stare chiuso in casa mentre una tempesta perfetta imperversa nel mio cervello, e due diavolette giocano a fare le principesse sorelle, ed io al massimo posso aspirare ad interpretare Sven.

E' questo che rende il sottoscritto una persona poco attenta, poco scrupolosa, poco sveglia.

Ragion per cui, ecco una vecchia storia che scrissi per la pagina fb “Crazy Hotel” la bellezza di due anni fa, e che mi sembra giusto e doveroso riproporre:


A Firenze si dice “se ‘un so' bischeri, ‘un si vogliano”
Beh, stavolta il bischero sono stato io.
Occorre ammetterlo, quando uno sbaglia, sbaglia. Oh, mica siamo perfetti, no?

6 clienti finlandesi, mi chiedono come possono noleggiare un’auto per andare a vedere Siena e San Gimignano.

Normalmente la procedura è semplice: basta andare sui motori di ricerca e spulciare tra le offerte delle varie agenzie. E qui c’è la prima difficoltà: non riesco a trovare un’auto a 6 posti. Dopo le auto a 5, si passa direttamente ai furgoni per trasporto merci. Possibile che non vi sia l’opzione per prenotare, che so, una Multipla? Magari c’è e sono io che sono impedito (opzione che non mi sento di scartare, conoscendomi) ma non la trovo.

Così chiamo il numero verde di qualche agenzia: maggiore, hertz, avis.

E qui arriva la seconda difficoltà: i clienti vogliono l’auto per un giorno solo, per riconsegnarla il pomeriggio inoltrato. Ma trattandosi di un sabato, l’agenzia nei pressi della Stazione di Santa Maria Novella è chiusa. Ora, io so, avendolo altri clienti già fatto in passato, che è comunque possibile riconsegnare l’auto ad un garage nella stessa via dell’autonoleggio, lasciando le chiavi al personale. Ma quelli del numero verde non ne sanno niente, essendo di fuori Firenze (se non di fuori Italia), e mi danno solo come unica possibilità di riconsegnarla all’aeroporto, che oltre ad essere fuori dal centro ha pure il difetto di richiedere un supplemento perché è un altro ufficio. Così cerco direttamente il numero dell’agenzia in centro a Fi per chiamare loro.

Provo con la Hertz: mi dà solo il numero verde.

Provo la maggiore: idem come sopra.

Provo la avis: miracolo, c’è uno 055. Chiamo di corsa. Troppo di corsa.

“Pronto?”

“Pronto, buongiorno, sono Marcello dell’hotel xxxxxx, ho 6 clienti che vorrebbero noleggiare un’auto domani per una giornata, volevo sapere se avete un’auto a 6 posti e come possono riconsegnarla in serata dai voi in centro”

“Ma, senta, auto a noleggio non ne abbiamo, ma a 6 persone possiamo prendere un po’ di sangue, lei ha chiamato l’avis donatori”


Ora, se ci riflettete un attimo, dobbiamo ammettere che il cervello è veramente una macchina complessa ma estremamente efficiente. Immaginatevi i neuroni che, muovendosi lungo le connessioni nervose a velocità curvatura, si allineano nella materia grigia fino a formare la parola “bischero!” (si, comprensiva di punto esclamativo).

Sia io che quello dall’altra parte della cornetta siamo scoppiati in una fragorosa risata. Bisogna prenderla così, anche perché c’è il rischio mi facciano un prepensionamento per Alzheimer, alla faccia della Fornero (anzi, è capace che se lo viene a sapere verrebbe lei stessa qui a dirmi “non puoi continuare così, stai a casa e curati a beneficio dello Stato, ne hai bisogno. Ne hai parecchio bisogno”).

Ps. I clienti poi si sono presi l’auto (6 posti. Trovata) per tutta la giornata, e riportarla all’aeroporto il giorno dopo, tanto avevano il volo per Helsinki stamani. Tra pagare un taxi o pagare il supplemento dell’autonoleggio era più o meno la stessa cosa (per questo apprezzo gli scandinavi: sono in vacanza e se c’è da spendere non stanno a guardare troppo al centesimo. Altri clienti mi avrebbero chiesto preventivi precisi al centesimo per poi dire “ohhhh, ma qui spendiamo ben 0,53 € in più! Decisamente scegliamo l’altra opzione. Anzi, andiamo all’aeroporto con l’autobus, anche se siamo 6 risparmiamo ben 4,27 € e pazienza se dobbiamo portare 3 valigie di 20 chili l’una sotto la pioggia torrenziale…”)

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