venerdì 7 agosto 2015

I clienti sono un po' come i cioccolatini di Forrest Gump.
Non sai mai quello che ti capita.
O, se preferite, sono come le caramelle tuttigusti+1 del magico mondo di Harry Potter.
Ti può capitare una fragola, , un lampone, od un cioccolato, il che è sempre un piacere (soprattutto se fondente all'85%).
Ce ne vorrebbero 10 al giorno. Saranno si e no, uno a settimana.
Ti può, aimè, capitare il gusto caccola. O vomito.
Capitano clienti che sono inodori, incolori, insapori. Il che va benissimo per l'h2o. Ed in fondo pure per i clienti.
E poi ti capitano quelli che li definiresti al gusto di fiorentina sotto uno doppio strato di rucola.
Una delizia.
Ne capitano uno l'anno. Ma sono gli unici che contano.
In questo caso poi, uno in tutta una carriera lavorativa.

Padre e figlia inglesi. Lui è uno stecco magro con barba bianca, capelli lunghi e cappello a tesa larga. Un hippie stagionato in pantaloncini corti, sandali e canotta nera, ma ancora con tanto desiderio di vivere la vita e visitare il mondo; la figlia, neanche vent'anni, è la copia identica di Jessy di Toy Story 2.
Al check-out, dopo aver espletato le formalità, lui chiede:
Someone here play guitar?”
In quel momento, siamo in 3 al banco. Ci guardiamo un momento negli occhi, sorpresi per una domanda che non è la solita da “possiamo lasciare qui i bagagli per un'ora?” o “ci può chiamare un taxi per l'aeroporto?”
Chi parla?
Ok, parlo io. Mi sento un po' chiamato in causa.
Well.... i used to... 20 years ago”
E girandosi mi mostra, tra le sue valigie, una custodia per chitarre. E si vede benissimo che contiene lo strumento, perchè è una custodia di stoffa.
Spiega la situazione: era partito dall'Inghilterra con la chitarra, ma all'aeroporto non gliel'avevano fatto passare come bagaglio a mano, facendogli pagare 50 pounds per il trasporto.
I enjoed to play guitar in Italy for 3 weeks, but i don't want to spend more pounds”
Quindi ha pensato di regalarlo a noi, perchè si è trovato benissimo. Il miglior posto di tutto il soggiorno.

Ok, è vero che comunque era l'ultimo hotel in cui aveva soggiornato, ma non credo ce l'avrebbe regalata, se non si fosse trovato bene. Così, dopo una vigorosa stretta di mano ed un ringraziamento commosso da parte del sottoscritto, mi sono ritrovato con un'altra chitarra in casa. E mi sento in obbligo di rimettermi a suonare e tirare fuori polverosi ed ingialliti spartiti e tabulati, anche se la mia è una vecchia Stratocaster con distorsore Boss con cui tentavo di riprodurre, con scarsissimi risultati, i riff di Angus Young, Ritchie Blackmore ed il più grande di tutti, il mai abbastanza compianto Jeff Healey.

Grazie ancora, signor S. R. from Manny. Cercherò di tenere alto l'onore, magari cercando in rete un po' di brits ballads, dai Fab Four a Gallagher, passando per i Blur e Gary Barlow. Perchè a parte il rock duro, qui siamo ancora a Bennato che canta del gatto e la volpe...


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