venerdì 28 agosto 2015

Ok, questa non c'entra niente con l'albergo.
Nel mondo del commercio, la comunicazione con il cliente è importante. Oserei dire fondamentale. Così come la simpatia del venditore, che deve accattivarsi la clientela.
Quando si ottiene questa giusta combinazione, allora si avrà successo negli affari, e l'impresa diventerà “leader del settore”.
Vale ovunque.
Estate 2014.
Il nostro concetto di vacanza è semplice: campeggio tranquillo con animazione discreta. Niente gruppi esagitati di gente che balla, sul bagnasciuga, canzoncine con parole di cui non conosce il significato, distruggendosi di una fatica atavica che neanche gli schiavi che trainavano le pietre della piramide. Ci bastano un paio di persone che intrattengano le bambine in una gara di castelli di sabbia, o gioco delle bocce, o qualsiasi cosa che ce le tenga un paio d'ore a divertirsi senza avere sempre mamma o babbo nel mezzo. Possibilmente senza musica a 437 decibel. Così che noi possiamo starcene distesi sui lettini della spiaggia intenti a divorare libri. Nello specifico, gialli colmi di omicidi efferati ambientati in una nazione brutale e violenta (la Svezia) per mia moglie, trattati di storia militare dalle 500 pagine in su per il sottoscritto.
Non siamo molto normali, lo so.
Ad un certo punto arrivano alle nostre orecchie una serie di urla belluine:
-CULONE! SCIMMIA! PINGUINO! MAIALE GRANDE! MAIALE PICCOLO!-
Posiamo i libri e ci guardiamo negli occhi, con l'espressione di due newyorkesi che hanno appena sentito Welles alla radio che parla dell'arrivo degli alieni.
Ci alziamo a sedere, e davanti a noi, un tizio di provenienza nordafricana si trascina sulla spiaggia. Sta tirando un filo con attaccati una quantità industriale di aquiloni, che desumo arrivi fino alla stratosfera.
Deve patire una fatica di Sisifo, perchè tira anche vento, e stanno volando a tutta manetta. Ne contiamo ben 25.
E non pago di ciò, sulle spalle porta un sacco grande quanto la rete da palloni di calcio del magazziniere del Franchi, da cui spunta una foresta di girandole, anch'esse che frullano vorticose come pale eoliche. Ed ancora: un filo con attaccati tantissimi palloncini, una trentina di palloncini trascinati per metri e metri sulla spiaggia, vari animali tra cui distinguiamo i pinguini di Madagascar ed, ovviamente, Peppa Pig in due misure: una piccola ed una delle dimensioni del David di Michelangelo.
Maiale piccolo e maiale grande, appunto.
Sapete quando vi prende quella risata irrefrenabile, quella che vi fa male la pancia e vi sentite morire?
Mezz'ora di risata tutti e quattro, perchè anche le bambine sono accorse da noi a chiedere spiegazioni. Ma si capiva chiaramente che il fornitore del materiale non aveva adeguatamente istruito il venditore del giusto nome italiano delle cose in vendita. Che aquilone non è “culone” (che al massimo si applica ai primi ministri tedeschi). E che il personaggio di Peppa Pig ha un suo nome, non solo “maiale”. Chiaramente, quel cartone non era ancora arrivato nel paese del venditore, forse perchè un maiale.
Per tutta la vacanza, lo vedevamo, e soprattutto sentivamo, passare davanti agli ombrelloni urlando circa la sua mercanzia almeno un paio di volte al giorno, e la spiaggia è lunga 5 chilometri, con tutti gli stabilimenti balneari. La Gaia arrivava di corsa agli ombrelloni gridando a sua volta “C'E' CULONE!” e ridere come fanno solo i bambini della sua età a sentire la parola “culo”.
Estate 2015.
Come diceva la canzoncina: stessa spiaggia, stesso mare. E stesso venditore, ma doveva aver ricevuto un minimo di istruzioni dal suo fornitore, evidentemente un po' più ferrato sull'italiano, e che deve essersi reso conto che andava guidato, anche un minimo. Ma proprio un minimo. Stavolta gridava “ACULONE, PEPPA GRANDE, PEPPA PICCOLO” (nome femminile ed aggettivo maschile, che evidentemente nella sua lingua la differenza di genere non esiste)
Non è che si siano sforzati, nell'istruirlo. O forse non si è applicato abbastanza lui, non si sa. Comunque il suo modo di fare era abbastanza accattivante, e funzionava. Si piazzava davanti ad ogni stabilimento piantando nella sabbia dozzine di girandole ed urlando “SCEGLIERE, SCEGLIERE! LO SAI QUANTO COSHTA? COSHTA POCO! (costa con la sc di “coscia”).
Beh, i suoi affari li faceva. Ogni giorno una mezza dozzina di roba, tra girandole, palloncini ed aquiloni, li vendeva. Tutti gli altri venditori passavano mostrando la loro mercanzia tra occhiali da sole, pareo, collanine di ogni etnia di questo pianeta, teli da mare grandi quanto paracadute ed altre dozzine di articoli totalmente prodotti da altri disgraziati in un altro continente. Beh, non ne vendevano mezzo.
Culone”, alla faccia di tutti i suoi difetti di pronuncia, era “leader del settore”.
I miei complimenti, ci rivediamo l'estate prossima.
E studia un po' meglio l'italiano.

Ps settimana prossima torno con storie del bancone, giurin giurella.

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