venerdì 11 settembre 2015

Io non voglio essere razzista, ma ogni tanto la battutaccia ci sta. Una volgarissima, zozza, stupidissima, ignorante e leghista battuta sull'etnia del cliente antipatico. Non me ne vogliano i suoi connazionali (alcuni sono miei colleghi di lavoro), ma qualcuno se la merita. Diamine, un po' di politicamente scorretto, ogni tanto, ci vuole.


Coppia giovane. Poco più di vent'anni. Abbigliamento sportivo. Disegni colorati sulla pelle. Paese balcanico.
Lui è di un'altezza che all'NBA direbbero “E' un buon inizio”.
Lei d'un biondo che Cameron Diaz direbbe “Ok, è il momento del ritiro”.
Entrambi sono d'un musone che sembra abbiano appena sentito dire in tv che Salvini che andrà in Nigeria con i soldi di Bruxelles. Sorridessero, sarebbero una coppia splendida.
Scendono dalla camera in un pomeriggio e chiedono un taxi. Lo chiamo. Arriva. Salgono e via. Fino a qui, tutto bene. Ma, come recita il film, il problema è l'atterraggio.
Dopo una un'ora tornano. Agitatissimi.
-Noi perso iphone su taxi, tu può chiamare e cercare taxi?-
Perdere oggetti nei taxi può essere una vera scocciatura. Per noi portieri, ovviamente. Perchè il cliente si presenta al bancone aspettandosi che noi si abbia la bacchetta magica da agitare per far magicamente apparire il bene smarrito.
Non ci riuscirebbe neanche Silente.
Se perdi un oggetto su un taxi, non è affatto detto che il tassista se ne accorga. Non si mette a rovistare dietro, dopo che un cliente è sceso. Incassa il pagamento del servizio e via. Al massimo gira la testa e guarda sui sedili, ma non sempre lo fa. Oppure un oggetto può benissimo cadere e finire sotto uno dei sedili anteriori. Poi sale un altro cliente, lo nota e, zac, se lo intasca.
I tassisti non si intascano niente. Conservano tutto. Due mesi fa una giapponese perse in un taxi un cellulare ultimo modello, di quelli che per comprarlo non basta il prestito dell'FMI ad Atene. Tra l'altro uscì la sera a cena con altri colleghi (era qui per un congresso), ed era in kimono. Meravigliosa, mi sembrava di essere tornato ad Okazaki vent'anni fa. Comunque: riuscimmo a risalire al taxi grazie ad una chiamata alla compagnia (li chiamiamo con internet con un apposito programma che conserva i codici dei taxi), ma essendo le 23 passate, il tassista aveva staccato ed era andato a dormire, ed avrebbe ripreso servizio la mattina alle 8.
Due ore prima era già al bancone, a chiedere notizie del tassista.
Io e colleghi, a parte chiamare la compagnia dei taxi che tentava di contattare l'autista di 'sto Bari 7, Parigi 12 o Timbuctu 25, neanche me lo ricordo, non potevamo fare altro.
Ogni 10 minuti, la nipponica arrivava a chiedere altre informazioni e di fare un'ennesima chiamata alla centrale.
Uno snervo senza precedenti.
Addirittura la signora, che avrebbe un posto prenotato su un freccia rossa, preferisce perderlo. Non va neanche a cambiare il biglietto alla stazione pur di stare lì. Alla fine si riesce a contattare il tassista che conferma che si, il cellulare era rimasto in auto e lui l'aveva trovato. E l'avrebbe riportato alla cliente, prima di cominciare il servizio. Così dopo mezz'ora lui arriva e lo ridà alla giapponese.
Che a parte dire un grazie, non gli dà un centesimo di mancia.
Come direbbe il mio collega Ettore, avessimo un euro per ogni grazie, avremmo già ripianato il debito greco.
Non voglio fare una difesa spassionata dei tassisti, specialmente dei miei concittadini. Anche su di loro sarebbe da dirgliene diverse. Qualcuno sarebbe da sbattere discretamente contro il muro fino allo sgretolamento dell'intonaco, in quanto sfrutta appieno la letale combinazione tassista+fiorentino (anche se tassista+romano dev'essere qualcosa che, in quanto a simpatia, viene appena un pelino prima della gestapo, l'isis e licthsteiner). Ma sono sufficientemente onesti e scrupolosi, per quel che riguarda gli oggetti persi dai clienti nelle macchine. Almeno, è quel che spero.
E comunque, Milano 25 ce l'abbiamo solo a Firenze.
Ma torniamo ai due modelli balcanici.
Questi due, belli come il sole e con l'espressione del mostro di Milwakee, mi si paventano di fronti, trafelati, che hanno perso questo telefonino su un taxi.
Avendo chiamato io il taxi, un'ora fa, tramite l'apposito collegamento sul pc, riapro lo stesso e risalgo alla sigla. Quindi chiamo la compagnia, che prova a contattare il tassista. E ci riesce.
Ma il tassista afferma di non aver trovato niente.
Ovviamente io non parlo direttamente con costui. E' la compagnia che lo contatta con il suo sistema, le radioline cb in dotazione ad ogni macchina.
Riattacco, e comunico la ferale notizia ai due ex possessori di telefonino iper tecnologico ed ultra costoso. Il tassista non ha trovato niente. Ammette di non aver controllato, quando loro sono scesi, quindi qualche altro cliente potrebbe esserselo preso. Lui, una volta ricevuta la chiamata dalla centrale ha guardato ovunque, anche sotto i sedili o nella fessura sedile-schienale, ma non c'era niente.
Tutto ciò, sempre ammesso che il cliente dell'albergo lo abbiano veramente perso lì. Sottinteso, chiaro.
Questi due si guardano in faccia, poi mi chiedono di chiamare ancora, che vogliono parlare con il tassista, ma io ribatto di no. Non posso stare un'ora dietro alle vostre fisime. Dovete fidarvi. Se vi dice che non ha trovato niente, vuol dire che non ha trovato niente. Avete perso un telefono, capita a tutti, è capitato anche a me. Fatevene una ragione. Oltre al fatto che potreste averlo smarrito altrove ma vi siete autoconvinti che l'avete perso proprio lì.
Lui assume uno sguardo, se possibile, ancora più incacchiato, perchè chiaramente non crede affatto a tutto ciò, ed è ormai pienamente ed assolutamente convinto di essere stato derubato, e si mette a sedere sul divano imbronciato come dopo lo 0-5. Lei rimane lì immobile a bocca aperta per qualche lunghissimo istante, poi se ne viene fuori con questa incredibile, pazzesca richiesta:
-Ma no può parlare direttamente con tassista? No può avere suo indirizzo?-
La mia doveva essere la stessa incredula e stupefatta espressione che avevo prima di sbottare in “Ca**o, dai, ma era fuorigioco! Come si chiama 'st'arbitro norvegese di m****?”.
Carissimi clienti balcanici che un paio di mesi fa avete perso il telefono e mi avete rivolto questa domanda: ma vi pare che la compagnia dei taxi viene a dare a voi, due perfetti sconosciuti, il numero e l'indirizzo di un suo tassista? La privacy l'abbiamo definitivamente gettata nel cassonetto?
E mi viene in mente la battutaccia che si fa sui balcanici quando sono incacchiati neri con qualcuno:
-Io spacca bottilia! Io ammazza familia!-
ps. i due non mi hanno più rivolto la parola durante il resto del soggiorno.
Ormai ero stato etichettato come complice.


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