venerdì 30 ottobre 2015

L’Asia si divide in due categorie:
-Il Giappone;
-tutto il resto.
Superfluo aggiungere che le note dolenti arrivano quasi sempre da “tutto il resto”.


1.Due ragazze cinesi. Sono in partenza ma escono la mattina. E si portano via la chiave.
Ora, che si portino via la chiave non va bene. La chiave va sempre lasciata al bancone. Ma capita. Lavoriamo in un porto di mare, è tutto un viavai di persone, e qualcuno ci scappa. In ogni caso la partenza è alle 12.00, e c’è tutto il tempo per farsi un altro giro in città. Firenze è Firenze, quando mai ricapita di passeggiare in questo glorioso centro storico?
Solo che, per le 12, queste due non sono ancora rientrate.
Si arriva al cambio turno, le 15, ed ancora niente.
Il facchino viene mandato a controllare la camera. Magari il bagaglio è stato preparato, cosicchè lui possa almeno portare giù due valigie che sicuramente hanno il peso complessivo di uno Jagdpanther.
Invece no. Le loro cose sono tutte sparse per la camera.
Morte e dannazione!
Si ricontrolla la pratica: tutto ok, partenza prevista in data odierna. Tutto pagato tranne la tassa di soggiorno.
Ora, uno pensa: magari sono così svagate che hanno dimenticato che la partenza è oggi. Succede più spesso di quanto uno non immagini. I turisti sono in vacanza. I giorni passano leggiadri tra un museo e l’altro e non ci si rende più conto delle date. Sono tutte domeniche. Per chi non lavora di domenica, ovvio. Il problema è che la camera serve, e va liberata. Perciò il facchino deve portare giù tutto. Riempie vari sacchetti, chiude le valigie e mette tutto in deposito. Questa cosa è sempre una scocciatura, perché se il cliente se ne esce che gli manca qualcosa, viene direttamente da noi, che nella sua roba ci abbiamo messo le mani. Per questo invitiamo tutti a preparare il bagaglio.
Maurizio, collega del pomeriggio, viene adeguatamente istruito alla bisogna. Occhio a due tipe cinesi che potrebbero voler salire in camera a metà pomeriggio. Gli va detto che non sono più qui da noi. Devono dare la chiave, pagare la tassa e fare come i’Baglioni.
Maurizio, in queste cose, è sempre molto attento. Come un moderno Giovannino Minoli, il Mauri sta vigile e guardingo, e quando, verso le 19, due ragazze dagli inconfondibili lineamenti asiatici gli sfilano davanti al bancone in direzione ascensore, le blocca subito:
-Excuse me, where are you going?-
E queste due, con tutta la tranquillità di questo mondo:
-Room. Check-out-
Ah.
Allora non eri svagata, ma proprio convinta che la camera fosse tua tutto il giorno! E l’orario del check-out? Forse che in Cina ci si può tenere una camera fino alle 24 del giorno della partenza?
E’ chiaro che queste si facevano i comodi loro. Alla faccia delle regole e del resto del mondo.
Ovviamente Maurizio nega loro la possibilità di salire su. Anche perché la camera era rivenduta per quel giorno. Se il cliente arrivava prima che tu te ne andassi? Lo facevamo aspettare mentre la signorie vostre, concubine reali, non decidevate, graziosamente, di liberare la magione?
Il Mauri si fa dare la chiave, le fa pagare e gli dà il bagaglio. Non protestano neanche. Prendono la loro roba, la suddividono (perché il facchino non poteva certo sapere di chi era ogni oggetto presente) e si piazzano nella hall, con le valigia aperte, a ficcare tutto dentro. A scambiarsi mutandine da un sacchetto di plastica perchè queste sono mie e queste sono tue. Poi, finalmente, chiudono e se ne vanno.


2.Coppia indiana. All’albergo dove lavora mia moglie.
La signora scende quando c’è la Viviana, e chiede dell’acqua calda.
La Vivi riempie una teiera e gliela porge. Se è solo acqua calda, non la facciamo pagare.
Poi l’indiana chiede tazzine. Ok tazzine. Poi dello zucchero. E prenditi anche lo zucchero. Ma poi chiede anche una bustina di tè.
E la Vivi, ovviamente, le comunica che questa deve pagarla.
E l’indiana, come altrettanto ovvio, fa l’indiana: Oh! Isn’t free?
Ma certo che non è free!
Al che la signora, anche un po’ risentita, prende solo la teiera, tazzine e zucchero.
Ma la Vivi riferisce la cosa alla sua collega Sara, alias mia moglie. La Sara è furba, non la si frega facilmente. Non ci riesce l’italiano che l’ha sposata, per quanto sia il tipo che è, figuriamoci un’indiana.
E puntualmente la tipa scende quando è in turno lei, lo stesso pomeriggio. E chiede le stesse cose. E la Sara gliele dà, ma con la notizia che acqua calda, tazze e zucchero ok, sono free, ma la bustina di tè no, va pagata.
Chiaramente la cliente rifiuta la bustina ed afferra tutto il resto.
ps. mia moglie riferì della furbetta anche alla collega Cecile. Non sappiamo se l'indiana ha provato il giochetto anche con lei, ma è probabile di si. Ed altrettanto probabile che la Cecile l'abbia rimbalzata allo stesso modo.

Nessun commento:

Posta un commento