venerdì 11 dicembre 2015

Quelli che.... Napoli
Quelli che... io sono già cliente. E nello storico del gestionale, non ce lo trovi. O se ce lo trovi, è stato cliente una sola volta. 5 anni fa.
Quelli che... chiamano (od entrano, tanto è uguale), si fanno dire il prezzo e “ma io conosco G” oppure ”io conosco N” (i miei Reichsfuhrer), mi tratta sempre bene. Ok, mi fa piacere che hai conosciuto G (od N. Od entrambi), ma so una sega! Ci sono io al banco, sai cosa me ne importa delle tue conoscenze con il resto del personale? E' con me che devi rapportarti. Ed io NON ti conosco. Quindi, a meno che non mi chiami personalmente G od N, per me sei un cliente come un altro. Basta con quest'aria di famiglia.
Quelli che.... rientrano la notte barcollando come un barcone libico in balia delle onde, e ti fanno "Uè, come stai? Sono M" Ed alla mia faccia persa modello Johnny Depp, ci aggiunge anche un "Non ti ricordi di me?" Col lavoro che faccio, ho difficoltà pure a riconoscere mia moglie e le mie figlie al risveglio, figuriamoci se mi ricordo di uno che avrò intravisto per pochi istanti diversi anni fa. L'unica cosa che mi viene da fare è "Si, tutto bene, te? Scusa ma vado nel retro a buttare la spazzatura, lo fanno fare a noi notturni, ciao" (non è vero ndr) e lui fa il simpatico con "Non riuscirei mai a fare un lavoro come il tuo" No. Ovvio. Fosse per me, riusciresti benissimo a fare un lavoro ben diverso: lo scavatore di tunnel nelle miniere di uranio del Congo.
Quello che... trentenne che scende all'una, mi chiede un taxi e rientra dopo venti minuti con una tipa vestita come la vidi solo allo strip club per l'addio al celibato di un amico: tacco 27, balconcino apparecchiabile e minigonna uterina. E capello biondo a trecce rasta con evidentissima ricrescita. Senza dire una parola mi molla un passaporto dell'est dove aveva una dolcissima faccetta acqua e sapone con capelli nerissimi a caschetto. Salgono in camera e ne ridiscendono dopo un quarto d'ora (siamo al futurismo, il cui motto era: velocità!) e mi richiedono un taxi. E dopo che sono andati via, mi accorgo che lei aveva gettato una gomma da masticare nella hall. Avrei dovuto aspettare che lui rientrasse, per fargliela togliere, ma era il cugino di Genny a' carogna, a dir poco il triplo del sottoscritto. Tovagliolo di carta in mano e pensieri stragisti nella mente.
Quelli che... ma la colazione è solo dolce? No, abbiamo anche il salato: panini, salame, formag... si, va bene, ma spaghetti li cucinate? Giuro, me l'hanno chiesto. Alle 7 del mattino. Non per lui, ma per la “creatura”, che mangia solo quelli. Anche a colazione.
Quelli che... abbiamo un bambino di 3 anni, dorme con noi. Poi all'arrivo ti accorgi che a quel 3 ci devi sommare un 7. Che quel 3+7 scende la mattina con un tablet e cuffie urlando “We are the champions” a squarciagola. E fa gli aeroplanini di carta che lancia nella hall quando la banconista sta parlando con un altro cliente. Ed uno degli aeroplanini usa il bancone come se fosse la pista di Peretola. Nel frattempo i genitori continuano a smanettare sui loro telefoni, facendosi bellamente gli affaracci loro.
Quelli che.... chiamano per chiedere il costo di una camera. E tu glielo dai, perchè è il tuo lavoro. E vuoi fare bene, il tuo lavoro. E nel tuo lavoro si prevede anche la conferma. E quello dice solo “Vabbuò, grazie”. E riattacca. E non ci pensi più, perchè se non ti conferma, per te, significa che non è interessato. Ed invece questa fa*a si presenta. E dice che ha una prenotazione. E fa ammattire tutti per cercare di capire chi è, fino a che non ci dice con chi ha parlato, e colui/colei con cui ha parlato, contattato telefonicamente perchè non era in turno, alla fine ricorda e dice “ma costui non ha mai prenotato”, ed alla fine viene fuori che “e vabbuò, prenotare, non prenotare.... una camera ce l'avrete, no?”. No. Albergo pieno. Ciao.
Ma anche:
Quelli che... tifano entrambi per la Viola, lui e lei, e salgono su un paio di volte l'anno, quando si gioca il sabato sera o la domenica a mezzogiorno. Comprano on line tutto l'occorrente: stadio, treno, albergo. Rientrano in albergo a prendere i bagagli la domenica pomeriggio, bevono un caffè e vanno alla stazione. Ovviamente, se mi beccano di domenica pomeriggio, il caffè glielo offre il sottoscritto. Non posso non farlo. Tifare Fiorentina e vivere a Napoli è un pò come essere shintoisti e vivere a Raqqa.
Quelli che... ha i capelli rasta e studia filosofia, e ci passi un paio d'ore in piena notte, con lui e la sua ragazza, a parlare di Firenze, Napoli, filosofia, il Rinascimento, i 99 Posse e Bennato. Ed un'altra mezza dozzina di argomenti che scivolavano via che era una meraviglia.
Quelli che... ma è vero che il David si ruppe? Si, un braccio ma nel 500, quando era ancora in piazza della Signoria. Ah.... e...lei che sa tutto (ti amo wiki)... ma era la stessa posizione od era diversa? E lì per lì non ci arrivo, e ci penso pure, ma la moglie lo tira via e gli fa “Antò, andiamo” “Ma... volevo capire” Lei si blocca, scuote la testa, mi guarda e mi chiede “Come si chiama l'ospedale di Firenze?” “Careggi” “Antò, lo portarono a Careggi e gl'appicciarono o' gess! Certo che era la stessa posizione, è 'na statua di marmo! Nun è che stava accusì (alza il braccio modello Statua della Libertà), ora iammè 'n camera, che sto muort”. Mentre io mi piegavo dietro al bancone dal ridere.
Quelli. Tutti napoletani.
O bene bene, o male male.
Non si scappa.

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