Portiere d'albergo. Vorace lettore. Scrittore a tempo perso. Giocatore da tavolo. Nemico di un gatto. Depresso cronico. Attendo l'arrivo dei Vogon o, in subordine, il ritorno di Vladimir Ilic Ulianov.
mercoledì 23 dicembre 2015
venerdì 18 dicembre 2015
A'
Lazio
Voi
direte: come può, un portiere d'albergo di Firenze, avere a che fare
con la squadra di calcio di Roma?
In
ordine cronologico inverso, dal più lontano al più recente:
1.Coppia
50enne romana. Lui è decisamente sul pittoresco andante con brio:
giaccone pieno di tasche che sembra preso direttamente dalla 82esima
divisione aviotrasportata, baffo modello senatore abruzzese di centro
destra e coppola fantozziana.
Un
collage che fa rimpiangere le americane di un quintale in
pantaloncini ed infradito.
Escono
dalla sala colazioni.
-Senti,
annamo a pagà, ce tocca pure questa-
Poi
si volta verso di me.
-Aò,
coso. Quanto te devo?-
E
dà pure l'impressione di volermi mettere un braccio sulla spalla. Ma
sono un lavoratore bancone-munito. La distanza aiuta ad evitare
eccessivi scambi intimi non graditi.
-Buongiorno
a lei-
-Ah,
si vabbè, stai ancora ar bongiorno, a' formalità. Comunque
bongiorno-
-La
camera l'avete già pagata, manca la tassa di soggiorno-
-Ecco,
quella. Quanto te devo?-
Stampo
la ricevuta ed incasso la tassa. Mentre mi passa i soldi mi fa:
-Comunque
vaa' meritate. C'avete una città bellissima-
Prima
che possa replicare ringraziando per il complimento, lui continua la
chiacchiera.
-Li
Uffizi, er Davidde.. magari c'avessimo avuto noi l'artisti che
c'avete avuto voi. A noi c'è rimasto quel coso de li gladiatori, lì,
che ora nun se po' manco fa 'n machina-
Trattenere
le risate può essere un esercizio veramente difficile e complesso.
-E
vi si dette pure un monte d'artisti. La Cappella Sistina l'ha dipinta
Michelangelo-
-Ecco,
o'vedi? O'vedi? Se nun ce li davate s'era sempre co le rovine de
l'antichi-
-Mghff
(risata soffocata).... poi chi c'era....-
-Dai,
dimmene dell'artri!-
-Vi
s'è dato i'Vasari... i'Botticelli, Del Sarto... sono passati tutti
da Roma-
E
lui fa roteare la mano, mentre guarda la consorte e se la ride.
-Vi
si dette pure Batistuta-
L'avessi
mai detto. Manca poco si leva la coppola e me la lancia modello
stella ninja.
-Ao',
a'bello! Per me quello ve lo potevate pure tenè! Io so daa' Lazio!-
Acchiappa
la ricevuta e sale per le scale.
E
mi sento pure in colpa per aver fatto arrabbiare un cliente....
ps.
poi è sceso e ci rideva sopra. Ma s'è raccomandato di non nominare
più Bati e li “giallozozzi” (parole sue)
2.Estate.
Bimbe in montagna dai nonni, io & moglie abbiamo due turni
mattutini. Dopo le 15 usciamo dai rispettivi alberghi per un giro in
centro: dobbiamo cercare alcuni vestiti carini per noi & le
piccole per il matrimonio del cugino di mia moglie, a Settembre.
Passare
un pomeriggio a giro con la moglie è un privilegio assoluto.
Passarlo a giro per i negozi, un patimento totale. E vabbè, tocca
anche questa. Ma girare mano nella mano per via Calimala ha sempre un
fascino profondo, di vera fiorentinità.
-Si,
so' a Firenze, so' qui du'giorni-
Accanto
a noi, due risvoltini che arrivano alle ginocchia, seguite da due
metri di ulteriori parti del corpo, esternarano al mondo che lo
circonda la sua presenza nella città del Giglio.
Non
posso non seguirlo e sentire. Devo. Assolutamente.
-Marce,
ma dov...-
-Shhh,
zitta, ed ascolta!-
-Si,
Firenze è bella, meravigliosa, ma stasera nun esco”
L'interlocutore,
dall'altra parte del telefono e presumibilmente da qualche parte
della capitale, chiede perchè
-Come
perchè? Stasera gioca a'Lazio-
Rimango
un po'
perplesso a questa affermazione. In Agosto? Ma che razza di partit...
-Er
preliminare d'Europa Leage, nun te lo ricordi? O' so che Firenze de
notte è ancora più bella che de giorno, ma a'Lazio è a'Lazio, nun
me la posso perdè-
A'
Lazio viene prima di Firenze. Che meraviglia, sarei stato a sentirlo
per ore, convinto che mi avrebbe regalato altre perle, ma la moglie
m'ha trascinato dentro un negozio dove avrebbe guardato 256 capi di
vestiario senza comprare niente.
3.Sono
nel retro, ufficio prenotazioni. Arriva una telefonata.
-Ricevimento
buongiorno sono Marcello, come posso aiutarla?-
-Ciao
Marcè, io e la mia ragazza stiamo cercando una camera matrimoniale
per sabato-
-Ma
certamente, il costo è xx €-
-Ottimo
marcè, a prendemo. Te mando li dati della carta de credito-
Parole
che suonano come musica nelle mie orecchie. I clienti fanno un sacco
di storie sul fornire una garanzia all'albergo; questo, invece si
propone lui stesso di inviarmela. Come diceva il colonnello, adoro i
piani ben riusciti.
-E
senti 'n po',
Marcè, voi siete vicini alla stazione centrale, vero?-
-Si,
5 minuti a piedi da lì, venite in treno?-
-No,
che treno! Venimo en machina, ma conosco Firenze. Annamo a parcheggà
a l'altra stazione, come se chiama...-
-Rifredi?-
-No,
quella cor nome lungo-
-Campo
di Marte-
-Bravo!
Quella! Poi prendemo er treno e arivamo lì. Che il parcheggio ce
svena, en centro da voi-
-Ah,
si, è una scelta. I garage qui sono cari, ma sono a due passi. Così
vi tocca farvi un po'
di strada in più, trasbordare le valigie...
-Si,
ma so' du' coseeeee …
tanto se trova sempre posto a Campo de Marte, giusto?-
-Io
credo di si; Campo di Marte è a du' passi dallo stadio, se si
giohava in casa il posto auto non lo trovava, ma domenica andiamo in
trasferta dai' Sassuolo-
-Noi
invece andiamo a giocà a Empoli-
-Ah,
perciò lei è tifoso de....-
-A
Lazio!-
-Quindi
lei è un biancazzurro-
-Devi
sapè, caro Marce, che io tifo per du squadre-
-Due
squadre? La Lazio e....-
-Quella
che gioca contro li giallozozzi (e che è, una mania!)-
-E
quindi due volte l'anno è Viola pure lei-
-Si,
ma m'avete dato una delusione quest'anno. Nun dovevate dà via er
tedesco, li aveva castigati ben bene la scorsa stagione!-
E
così mi son pure preso il rimprovero perchè non ci s'ha più Mario
Gomez. Ma probabilmente sarà stato felice perchè quel fine
settimana, la Roma perse in casa.
Solo
che perse anche “A' Lazio”
ps.
comunque meglio trovare biancazzurri che quelli di
colei-che-non-deve-essere-nominata
venerdì 11 dicembre 2015
Quelli che.... Napoli
Quelli che... io sono già cliente. E nello storico del gestionale, non ce lo trovi. O se ce lo trovi, è stato cliente una sola volta. 5 anni fa.
Quelli che... chiamano (od entrano, tanto è uguale), si fanno dire il prezzo e “ma io conosco G” oppure ”io conosco N” (i miei Reichsfuhrer), mi tratta sempre bene. Ok, mi fa piacere che hai conosciuto G (od N. Od entrambi), ma so una sega! Ci sono io al banco, sai cosa me ne importa delle tue conoscenze con il resto del personale? E' con me che devi rapportarti. Ed io NON ti conosco. Quindi, a meno che non mi chiami personalmente G od N, per me sei un cliente come un altro. Basta con quest'aria di famiglia.
Quelli che.... rientrano la notte barcollando come un barcone libico in balia delle onde, e ti fanno "Uè, come stai? Sono M" Ed alla mia faccia persa modello Johnny Depp, ci aggiunge anche un "Non ti ricordi di me?" Col lavoro che faccio, ho difficoltà pure a riconoscere mia moglie e le mie figlie al risveglio, figuriamoci se mi ricordo di uno che avrò intravisto per pochi istanti diversi anni fa. L'unica cosa che mi viene da fare è "Si, tutto bene, te? Scusa ma vado nel retro a buttare la spazzatura, lo fanno fare a noi notturni, ciao" (non è vero ndr) e lui fa il simpatico con "Non riuscirei mai a fare un lavoro come il tuo" No. Ovvio. Fosse per me, riusciresti benissimo a fare un lavoro ben diverso: lo scavatore di tunnel nelle miniere di uranio del Congo.
Quello che... trentenne che scende all'una, mi chiede un taxi e rientra dopo venti minuti con una tipa vestita come la vidi solo allo strip club per l'addio al celibato di un amico: tacco 27, balconcino apparecchiabile e minigonna uterina. E capello biondo a trecce rasta con evidentissima ricrescita. Senza dire una parola mi molla un passaporto dell'est dove aveva una dolcissima faccetta acqua e sapone con capelli nerissimi a caschetto. Salgono in camera e ne ridiscendono dopo un quarto d'ora (siamo al futurismo, il cui motto era: velocità!) e mi richiedono un taxi. E dopo che sono andati via, mi accorgo che lei aveva gettato una gomma da masticare nella hall. Avrei dovuto aspettare che lui rientrasse, per fargliela togliere, ma era il cugino di Genny a' carogna, a dir poco il triplo del sottoscritto. Tovagliolo di carta in mano e pensieri stragisti nella mente.
Quelli che... ma la colazione è solo dolce? No, abbiamo anche il salato: panini, salame, formag... si, va bene, ma spaghetti li cucinate? Giuro, me l'hanno chiesto. Alle 7 del mattino. Non per lui, ma per la “creatura”, che mangia solo quelli. Anche a colazione.
Quelli che... abbiamo un bambino di 3 anni, dorme con noi. Poi all'arrivo ti accorgi che a quel 3 ci devi sommare un 7. Che quel 3+7 scende la mattina con un tablet e cuffie urlando “We are the champions” a squarciagola. E fa gli aeroplanini di carta che lancia nella hall quando la banconista sta parlando con un altro cliente. Ed uno degli aeroplanini usa il bancone come se fosse la pista di Peretola. Nel frattempo i genitori continuano a smanettare sui loro telefoni, facendosi bellamente gli affaracci loro.
Quelli che.... chiamano per chiedere il costo di una camera. E tu glielo dai, perchè è il tuo lavoro. E vuoi fare bene, il tuo lavoro. E nel tuo lavoro si prevede anche la conferma. E quello dice solo “Vabbuò, grazie”. E riattacca. E non ci pensi più, perchè se non ti conferma, per te, significa che non è interessato. Ed invece questa fa*a si presenta. E dice che ha una prenotazione. E fa ammattire tutti per cercare di capire chi è, fino a che non ci dice con chi ha parlato, e colui/colei con cui ha parlato, contattato telefonicamente perchè non era in turno, alla fine ricorda e dice “ma costui non ha mai prenotato”, ed alla fine viene fuori che “e vabbuò, prenotare, non prenotare.... una camera ce l'avrete, no?”. No. Albergo pieno. Ciao.
Ma anche:
Quelli che... tifano entrambi per la Viola, lui e lei, e salgono su un paio di volte l'anno, quando si gioca il sabato sera o la domenica a mezzogiorno. Comprano on line tutto l'occorrente: stadio, treno, albergo. Rientrano in albergo a prendere i bagagli la domenica pomeriggio, bevono un caffè e vanno alla stazione. Ovviamente, se mi beccano di domenica pomeriggio, il caffè glielo offre il sottoscritto. Non posso non farlo. Tifare Fiorentina e vivere a Napoli è un pò come essere shintoisti e vivere a Raqqa.
Quelli che... ha i capelli rasta e studia filosofia, e ci passi un paio d'ore in piena notte, con lui e la sua ragazza, a parlare di Firenze, Napoli, filosofia, il Rinascimento, i 99 Posse e Bennato. Ed un'altra mezza dozzina di argomenti che scivolavano via che era una meraviglia.
Quelli che... ma è vero che il David si ruppe? Si, un braccio ma nel 500, quando era ancora in piazza della Signoria. Ah.... e...lei che sa tutto (ti amo wiki)... ma era la stessa posizione od era diversa? E lì per lì non ci arrivo, e ci penso pure, ma la moglie lo tira via e gli fa “Antò, andiamo” “Ma... volevo capire” Lei si blocca, scuote la testa, mi guarda e mi chiede “Come si chiama l'ospedale di Firenze?” “Careggi” “Antò, lo portarono a Careggi e gl'appicciarono o' gess! Certo che era la stessa posizione, è 'na statua di marmo! Nun è che stava accusì (alza il braccio modello Statua della Libertà), ora iammè 'n camera, che sto muort”. Mentre io mi piegavo dietro al bancone dal ridere.
Quelli. Tutti napoletani.
O bene bene, o male male.
Non si scappa.
venerdì 4 dicembre 2015
Bisogna
sapere, o quanto meno immaginarsi, a cosa si va incontro, quando si
fanno certe scelte.
Quando con i miei amici abbiamo deciso di farci un altro campionato di calcetto, alla nostra ormai veneranda età di ultraquarantenni, dovevamo immaginarci che ci saremmo scontrati con squadre di ragazzetti che dall'età potrebbero essere i nostri figli, con il fiato maggiore del nostro di diversi fattori esponenziali, e conseguente capacità di corsa. E che ogni 4 minuti di gioco potevamo trovarci un giocatore avversario solo davanti al portiere.
Che, nel
caso specifico, è il sottoscritto.
E,
credetemi, non è una bella situazione, per un portiere.
Il
problema sorge quando ti capita chi, queste situazioni, non le
accetta. Non subito almeno.
Coppia
israeliana in auto. Domenica pomeriggio.
Entra
la signora, e mi chiede dov'è il parcheggio. Le chiedo che modello
di auto hanno, e lei, sicura come Nyetanyau quando deve dare l'ordine
d'attacco, spara:
-A
very small one-
Conosco
i miei polli. Esco per togliere i paletti che delimitano il posto
auto davanti all'hotel ed il maschio parcheggia. E vedere che auto ha
veramente.
Una
500 L, la versione grande di quella sottospecie di autovettura che
solo a vederla fa rivalutare la Ford modello T.
Chiaramente,
non è una “small one”
Chiaramente
il prezzo non sarà economico.
Chiaramente
dovrò dirglielo.
Chiaramente
non gli piacerà.
Quando
mi chiedo se potrebbe andar peggio che non farmi un turno di domenica
pomeriggio, con i clienti che arrivano quando c'è un traffico
bestiale perchè la domenica pomeriggio TUTTI vogliono andare in
centro con l'auto, alla faccia delle raccomandazioni del nostro
sindaco sul non prendere l'automobile, comincia pure a piovere. Mi
manca solo di avere una pala in mano ed essere dentro la buca di un
cimitero.
Lui,
barba e capelli brizzolati, tarchiato e massiccio che dev'essere
l'unico mediano di spinta di tutta Israele, entra incacchiato come un
elettore di grillo dopo aver visto Renzi in tv.
E
lì commetto un errore madornale.
Provo
a buttarla sulla serenità e lo scherzo.
Indosso
un bel sorriso conciliante:
-Hello,
and welcome to Florence. How are you?-
Mi
guarda come se gli avessi appena detto che sua nonna era l'amante di
Goebbels:
-I'm
bad! This city is crazy! How can I drive?-
Alzo
le braccia, i palmi delle mani rivolte verso l'alto, sperando
comprenda che un portiere di un albergo non può proprio farci
niente, se il resto del mondo decide di muoversi in macchina.
Specialmente noi italiani, che abbiamo eletto le quattroruote a
simbolo idolatrato ad eternum di sé stessi e del loro stile di vita.
E con l'aggravante di non avere più neanche una casa produttrice
nostra.
-Oh,
it's not so bad after all. It has been much worse, believe me.
Welcome to Italy!-Ora,
con un americano funziona. Con tedeschi ed inglesi pure. Ci ridono
sopra, rilassati perchè comunque sono arrivati all'albergo, e poi
sono in vacanza.
Lui
no.
Si
incacchia ancora di più. Perchè alla faccia della storica ironia
ebraica, gli israeliani stanno all'umorismo come un militante di casa
libbra sta alla tolleranza e la convivenza.
-Are
you kidding me? This is foolish!-
La
mia faccia si ritrova improvvisamente senza sorriso, come quella
volta che scoprii che una delle mie figlie, ad una festa in casa
d'altri, aveva appena fatto la pupù. E non mi ero portato pannolini
di ricambio.
-Train
would have been better-
L'avessi
mai detto.
-Train?
And how we may go to Vinci? And San Gimignano? No train there!-
Non
pago, insiste:
-I
want a cheap parking-
Caro
il mio cliente: si, hai ragione a dire che non c'è treno per quelle,
e molte altre, località di provincia. Però anche tu prima cerchi e
prenoti un albergo in pieno centro di Firenze, e dopo ti lamenti a)
del traffico e b) del costo. Bello viaggiare in prima, posto
finestrino e cocktail in mano, lo vogliono tutti. Ma te li devi
pagare, certi lussi.
Il
problema è che discutere con costui delle sue contraddizioni è come
voler far capire a certi dirigenti calcistici che certi rigori ed
intere partite non sono classificabili sotto la voce “sportività”.
Perciò
decido di assumere un atteggiamento neutro.
Comunico
al tipo la tariffa del garage.
-No,
too expensive-
Allora la può lasciare sui viali, ma da lunedì (domani) devi andare a mettere la monetina nella macchinetta, ed avere il tagliando da esporre sul cruscotto. Si paga solo dalle 8 alle 20.
-It's
too far. I want to sleep in the morning. What if i leave the car
there?-
Il
nostro spazio è solo per scaricare i bagagli, poi devi toglierla. Se
non lo fai, la faccio portare via.
-What
if i leave the car in the street?-
Se
la polizia non passa, tutto bene. Se passa, preparati a pagare una
discreta multa. E la possibilità che debba andare a riprendertela
alla depositeria comunale. Poi magari sei fortunato che i vigili
fiorentini decidano di stare nel letto più del solito domani, tipo
fino a mezzogiorno o i'tocco, evento niente affatto improbabile.
Oserei dire auspicabile. Ma è comunque a tuo rischio e pericolo.
Queste sono le opzioni. Scegli.
Glielo
dico un po' brutalmente, ma io c'ho provato ad essere gentile con
lui. E' inutile che prendi l'auto a noleggio e poi ti arrabbi del
traffico. Cos'è, ti venne il morbillo il giorno del tuo Bar Mizvah e
c'hai il giramento di c. da quel giorno?
Mi
richiede un “cheaper price”. No. Senza se e senza ma. Le tariffe
sono queste. Ecco la lista del garage con i prezzi modello per
modello. Ed in ogni caso devi parlare con gli addetti del garage. E
non si lamentare troppo, pure io, se mi venisse la follia di venire
in auto in centro e parcheggiare lì, pagherei la stessa cifra.
A
quel punto, davanti alla mia durezza, abbassa la cresta. Check-in e
scambio chiavi (a lui quella della camera, a me quella dell'auto).
Quando
riscendono, mi sembrano un po' più tranquilli. Perciò torno a
sorridere e, piantina alla mano, gli spiego dove siamo e dove si
trovano i monumenti. Puntualizzo bene che non hanno bisogno dell'auto
perchè in 5 minuti sono ovunque: Duomo, musei, la sinagoga, che è
un edificio storico della città. Se il garage costa, è proprio
perchè ci troviamo in una zona particolarmente centrale di una
vecchia città risalente al medioevo, ma almeno si gode del vantaggio
di non spendere ore di tragitto per arrivare ai luoghi da visitare.
E
lì si calmano.
E
lì, miracolo dei miracoli, capiscono che, per godere di quei
vantaggi, si deve pagare un prezzo, e non ti regala niente nessuno.
E
lì, ed ancora non riesco a crederci, mi chiede pure scusa per
l'atteggiamento brusco. Un israeliano. Fermate il mondo ed erigete un
monumento davanti a questo bancone.
Resisi
conto che comunque potevano stare in centro camminando e che avevo un
atteggiamento conciliante, accettarono la situazione.
Avevano
prenotato una notte, non rimborsabile con internet. Sono restati due
notti in più a pagamento diretto. Ovviamente pagando il relativo
garage per l'auto.
Caro cliente, a costo di passare per antisemita, te lo devo dì: sei una fava! (nel senso fiorentino e buono del termine).
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