venerdì 12 febbraio 2016

Firenze è una città molto semplice. Per capirla basta seguire alcuni piccoli, determinanti punti.

1-I lavori non finiscono mai. A noi fiorentini piace vivere in mezzo al cantiere; non vogliamo ammetterlo, ma è così. A costruire il Duomo ci s’è messo più d’un secolo, che saranno mai una dozzina d’anni per un paio di linee di tranvia?

2-La bistecca è poco cotta ed alta almeno 3 dita. Se non è così, non è bistecca. Punto. Non ci sono altre discussioni od obiezioni da sollevare. Lei, cara signora che mi chiese di una trattoria dove mangiare una fiorentina ma specificando che “la carne mi piace ben cotta”, non mangerà la fiorentina. Mangerà una braciola qualsiasi. Non la fiorentina. E’ un bene che glielo abbia detto subito il portiere, il cameriere poteva tirarle il vassoio in testa.

3-Rosso fa rima con Chianti.

4-Esiste un solo 10. Giocava guardando le stelle. Poteva colpire una mosca calciando da 200 metri di distanza. Ci ha fatto vincere lo scudetto. Ce lo devono ancora rendere, ma è nostro.

5-Il calcio l'abbiamo inventato noi. E' un po' simile al rugby ma è così. E' vero. Controllate.

6-Noi s’adotta un po’ tutti. Chiunque pole diventà fiorentino. L’abbiamo fatto per un prete ferrarese pazzo, che saranno mai un paio di rumeni o qualche africano? L’importante è che cambi squadra. Se tifa per colei-che-non-deve-essere-nominata, non sarà mai fiorentino. Pole affermà di vivere qui, ma non di essere della città del Giglio.

7-Quando ci stufiamo di un sindaco, noi non lo cacciamo. Lo promuoviamo. Per condividerlo con tutti. Ammirate la nostra generosità.

8-Cinematograficamente parlando, siamo pessimi. Pessimi registi, pessimi attori, pessimo tutto. Per fare un film decente su Firenze, si usò attori che non erano di Firenze. Uno, addirittura, francese.

9-David Guetta è un giornalista sportivo.

10-Abbiamo la città con i monumenti più belli del mondo. Una cosa sciccosissima ed iper-romantica e….

Beh, forse iper romantica no. Non per tutti, almeno.

Coppia di paesi di là dell'Adriatico. Due paesi che, vent'anni addietro, si scannavano senza remore con incredibile brutalità. Poi le cose cambiano, e pensi che l'amore trionfa, sempre.

Lui: della mia età, elegante, sbarbato, sorriso ammaliatore, sguardo affascinante. Quel tipo di uomo che ti fa pensare “Dov'è che ho sbagliato a non essere come lui?” passando per “se ti candidi avrai il mio voto, sempre” fino a “O perchè non sono nato finocchio?”

Lei: bella. Parecchio. Una bellezza superiore, quasi paradisiaca. Vent'anni in meno. Ripeto: bella. Ma non banalmente. Bella sul serio. Non lo era solo per il sorriso cordiale, il vestito con la gonna sul ginocchio a rivestire un corpo perfetto, la pelle fresca e liscia che mostrava nei suoi vent'anni. Pensate alla dottoressa Izzie Stevens nella prima serie di Grey's Anathomy. Ecco, meglio. Meglio di migliaia di lunghezze. Diciamo che tra la sua visione e quella di Pepito che insacca alle spalle di gigi il buffo, sarei fortemente indeciso su cosa preferirei. Tanto per farvi capire.

Si guardano intensamente mano nella mano mentre si avviano all'ascensore, una volta sbrigate le formalità del check-in e preso possesso della chiave della camera. E pensi che sarà un soggiorno bello e memorabile, per una coppia felice ed innamorata nella romantica Firenze, per 4 giorni che comprendevano un 14 Febbraio, a rimirare monumenti straordinari, camminando per stradine medioevali ove sommi ed ispirati poeti cantavano le lodi di soavi e splendide fanciulle, mentre stratosferici talenti artistici modellavano corpi perfetti su bianco “marmaccio” delle cave apuane.

Si, una bella sega, direbbe sghignazzando quel tizio di Stratford upon Avon.

Due giorni dopo, lei scende al bancone con un'espressione scura e greve di cattive notizie, e totalmente priva di quella bellezza che tanto bene portava. Chiede una camera singola per una notte, lontana da quella dove sta -anzi, stava- con lui. Paga, prende la chiave, il trolley e schizza su come un fulmine. Lui, durante il giorno, esce, ma anch'egli ha perso la bellezza del primo giorno, ed ha l'espressione di Hugo Stiglitz in procinto di sparare al nazista.

La mattina dopo lei parte. Di buon ora, prestissimo. Senza dire una parola smolla la chiave al portiere di notte, si fa aprire l'ingresso e fila via come il Saturn che si porta appresso l'Apollo 13.

Poi arrivo per il turno di mattina, alle 7. Dopo un paio d'ore arriva lui con la valigia.

Gli faccio notare che avrebbe prenotato per un'altra notte, non è possibile cancellare questa ultima e quindi glielo devo addebitare.

-I don't fu**ing care!- e mi smolla la carta di credito.

Non c'era molto altro da dire. Anzi, in certi casi, è bene stare con la bocca cucita, non abbia ad incolpare l'albergo -o, peggio ancora, me- per i suoi problemi sentimentali. Addebito e stampo la ricevuta. Gli passo il cedolino pos da firmare e la carta. Lui prende la carta, ignora la ricevuta e la sua copia del cedolino, afferra la valigia, si guarda ancora attorno, come per vedere chi c'è in giro, e poi mi spara queste parole che mi lasciano di sasso, come se non lo fossi già abbastanza:

-I'll never come in this fu**ing city! Never!-

Ed esce.

Romanticismo una sega!

ps. Buon San Valentino. E siate romantici. In qualsiasi posto vi troviate.

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