venerdì 12 agosto 2016

 
Sono un portiere, lavoro in albergo.

Mi considero un serio professionista. Mi piace scherzare con i clienti, parlare del più o del meno, raccontare, a chi me lo chiede, la storia della mia città, persino, con alcuni pochi, simpatici elementi, qualcosa di me. Ma su una cosa bisogna sempre tenere le distanze: il rapporto privato. Loro sono i clienti venuti a visitare la culla del Rinascimento. Io sono il portiere che fa la guardia al forte. Oltre, non si deve mai andare.

Bella.

Non bella così, per modo di dire. Bella sul serio. Bella che, se la portassero nella Fiirenze di ottocento anni fa, l'Alighieri se ne verrebbe fuori con un "Beatrice chi?" Un sorriso così abbagliante che mi sarebbero serviti gli occhiali da saldatore, un'espressione così serena che sembrava l'angelo venuto ad annunciare una maternità, un collo così lungo che pure Modigliani avrebbe esclamato "Boia deh, vabbene 'opiammi, ma qui s'esagera".

Ma sono un professionista, e devo stare al mio posto.

Ok, ci sono anche altri fattori: primo, sono sposato. Direi il più importante, il fondamentale. Secondo, ci sono venti anni di differenza. Terzo: mai e poi mai crearsi casini quando non c'è ragone che vi siano. Non ci ho mai provato con nessuna cliente, neanche quando ero single, loro erano mie coetanee e qualcuna faceva chiaramente capire che, se avessi solo osato un tantino di più, avrei avuto corsia libera. In particolare ricordo un'israeliana con una dotazione pettorale di 27° livello totalmente incurante dell'esistenza della forza di gravità, e che mi toccava la mano in continuazione, strizzando l'occhio che sembrava avesse un tic nervoso. Ma la risposta deve sempre essere no. Come disse quel tizio: resistere, resistere, resistere. Mettere la freccia, accostare e fermarsi in corsia d'emergenza. L'israeliana, quando capì che stava rimbalzando su un muro di gomma, avrà pensato le peggio cose dello stereotipo sui maschi italiani; mi spiace, ma posso solo dire che, anche dopo tanti anni, associo il nome Tel Aviv con "seno incredibilmente generoso". Per usare termini politicamente corretti.

Vabbè, andiamo avanti. Stavo dicendo di questa ragazza, francese con nome nordafricano, che ha una doppia; dovevano essere in due ma la seconda persona gli aveva dato buca. Non ha fatto una piega ed è comunque partita per la vacanza fiorentina. E' lei, ovviamente, a spararmi subito, al check-in, questi suoi fatti privati. Io non chiedo mai niente, e ci mancherebbe. Ma molti clienti sentono il bisogno, la necessità impellente e furiosa, di raccontare gli affari propri a perfetti sconosciuti. Ma lei, com dicevo prima, ha un'espressione così serena e felice che poteva anche raccontarmi che era una seguace di Chtulhu ed attendeva il suo prossimo risveglio, ed io non ci avrei fatto assolutamente caso.

Comunque

Messo a cuccia il mononeurone maschile e compiuto il mio dovere di banconista che fornisce le informazioni necessarie (orario di colazioni, wifi e piantina della città con monumenti da visitare), la ragazza sale in camera, dopo avermi abbagliato con un sorriso da pubblicità per dentifrici.

Poco dopo scendono due ragazze, anche loro giovani e carine ma del nord Eurpa, una di loro con una robustezza di fisico che i deficenti pseudo giornalisti di casa nostra definirebbero "cicciottella" ma che io trovavo sempicemente perfetta, e scese al ricevimento per chiedermi di prenotare un tour per le 5 terre. Con la grande efficenza che mi contraddistingue in questo lavoro (mode sboron on) chiamo l'agenzia per prenotare e dò il nominativo delle clienti. Indico alle ragazze la tariffa da pagare, ma loro puntano il dito, sul depliant dell'agenzia, su quella ridotta, per studenti 19-26 anni.
Rimango per un istante interdetto, quasi senza capire, sotto l'effetto di un lag modello modem 28k. Poi mi risveglio dal miniletargo e mi scuso profondamente per l'errore. Loro, per fortuna, la prendono a ridere. Sembrano quasi liete che gli abbia dato qualche anno in più, anche se di poco. Concludo la prenotazione e stampo il voucher che l'agenzia mi ha inviato via mail. Tra due giorni, alle 7 del mattino, le ragazze andranno in Piazza Adua (davanti a SMN) e prenderanno un pullman che le porterà fino alle 5 terre, e torneranno la sera per cena. 12 ore di tour, io schianterei già all'altezza dell'autogrill di Serravalle pistoiese. Loro ringraziano sentitamente ed escono per cenare. Comunque, l'idea della figuraccia mi rimane.

Telefono

-Hotel ****** buonasera, come posso aiut...-
-Sono io-
-Oh, buonasera moglie, come va?-
-Mmmmh... stanca.... manchi....-
-Oh, amore mio, anche a me mancano i tuoi baci, le tue carez...-
-Il caffè, a me manca uno che mi prepari il caffè e me lo porti mentre sono qui stesa sul divano-
-Ti pareva. Sono veramente desolato signorina, ma sono qui in turno fino alle 23-
-E' troppo, vieni via ora-
-Mutuo. Parolina magica che esplicita la tua capacità di alzarti dal divano e spostarti in direzione cucina. Come diceva Totò: arrangiatevi-
-Fatiiiiiicaaaa, uffa-
-Sono sicuro che la signoria vostra riuscirà a risolvere la situazione-
-Smettila. Mi manchi sul serio. Non ti voglio condividere con i clienti. Anzi, le clienti! Lo so che ti mettono gli occhi addosso-
-Uh, zitta, ho fatto una figuraccia con due ragazze, poco fa-
-Racconta, racconta-
-E niente... volevano un tour per le 5 terre. Ho chiamato per prenotare ed ho detto, a quello dell'agenzia, la tariffa adulti. In realtà hanno meno di 26 anni e quindi hanno diritto allo sconto. Meno male l'hanno presa bene-
-Ah, ma su quello non ti preoccupare, gli hai fatto un favore. A quell'età si vuole apparire più grandi di quello che si è. Aspetta che passino i 30, e vedrai che cambieranno. Uh, vedrai come cercheranno di apparire più giovani!-
-Dici?-
-Altrochè. Conosco i miei polli e....-
-Si? Perchè ti sei interrotta?-
Dalla cornetta arriva, direttamente nel timpano e su su fino al cervello, un ringhio lupesco. Mi immagino la Sara che, sul divano, sta subendo la trasformazione donna-lupo, come nel film di Landis.
-Come sono queste due!- Non è una domanda. E' un ordine.
-Ehm.... si, carine... -
-Ma carine cosa? Tu non devi osservare la bellezza, perchè poi devi guardarti dal pedatone nel sedere che ti arriva!-
-Uuuh, come sei. Sono due ragazze carine, ma non belle come quella della centoven.... eh.... ehm....-
-Cosacosacosa? Racconta un pò!-
Descrivo la ragazza franco-algerina. E lì, ovviamente, arrivano le conseguenze:
-Ti cavo le palle degli occhi e ci gioco a ping-pong!-
-Non sai giocare a pi...-
-Ti stacco le dita e gioco a shangai, e lì sono una campionessa!-
-Stai ripetendo le battute di quel comico di Zelig-
-La differenza è che io lo faccio, bello. Alle 23, non appena arriva Roberto, te ne vieni di corsa qui, chiaro?-
-Ci sono alcuni cuscini da portare ai cli...-
-Roberto chiude l'albergo e LUI sale su a portarli! Tu non sali da nessuna parte, tu non vai a giro per nessun corridoio, dove una porta può aprirsi, un braccio spuntarne fuori ed afferarti per trascinarti dentro-
-Come incipit per un horror è perfetto-
-E' perfetto anche per un porno. Tu sei qui per le 23.20. Categorico!-
-Sono a piedi, arriverò alle 23.40-
-Ataf-
-Con l'Ataf faccio anche la mezzanotte-
-Sia come sia, devi essere qui. Chiaro?!-
-Ok, ci sarò-
-Non ho sentito!-
-Ma chi sei, il sergente Hartmann, che vuole sentire urlare?-
-Tu vieni qui, punto. Ti devo preparare qualcosa da mangiare?-
-Diciamo che sarebbe carino, ecco-
-Tutto per il mio amore-
-Adoro questi tuoi istantanei cambiamenti. A dopo-

Qualche giorno dopo, mentre mi apprestavo a cominciare il turno di notte, trovo il commento lasciato dalla ragazza.
Ovviamente mi fa molto piacere che lei si sia trovata bene in albergo, ma forse meglio non lo faccia leggere alla Sara.

ps. Sara tiene a precisare che non è così arpia come la descrivo. Intendiamoci, non ho tolto una virgola al dialogo, ma è un gioco che facciamo tra noi. Insomma, dovete immaginarvi due bischeri che si divertono a parlarsi così.
Però cerco sempre di non rientrare troppo tardi. Meglio evitare possibili pedatoni. La Sara ha un sinistro che ho visto solo a Pepito.

 
 
 
 

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