martedì 15 agosto 2017

1 - Coppia italoamericana che non conta le primavere ad anni.

Le conta a decine.

Per loro Ellis island non era un ricordo un po' nostalgico ed un po' triste dei nonni. Ci sono passati direttamente.

Le vere macchiette. I classici esempi di italoamericano che parla con quell'accento sgravato, metà yankee metà Calabria.

La signora mi si presenta al banco chiedendomi un po' di tour variegati: Siena, Roma, Venezia. Qualsiasi cosa, basta andare a giro. Ma per il giorno dopo sembra sia già tutto pieno. Tutte le compagnie di tour sembra siano state prese d'assalto da torme di turisti.

Lei si agita, guardandosi a destra e sinistra: -Nessuno che va qualche parte? Lasciano tutti qui noi?-

-Pisa?-

-Noi va Pisa martedì, sta lì una settimana-

Glisso sul fatto che lì ci stiano ben una settimana. Immagino il mare, anche se non sembrano i tipi. Adoro la Torre ed il centro (e sono fiorentino) ma starci 6 giorni dev'essere come lavorare nell'ufficio postale di Chinaski.

Prendo il libretto dei tour, provo a chiamare ancora l'agenzia ed alla fine qualcosa gli trovo: Assisi.

-Si, tu prenota, noi volere fare tour, noi già visto musei, cosa fare qui poi?-

Per musei intende i soli Uffizi, perchè da noi soggiornano solo 2 notti. Ma intanto gli ho venduto un tour dell'intera giornata. E per noi portieri c'è la commissione.

In quel momento arrivano altri due clienti. Che esordiscono con un sempre bellissimo e meraviglioso accento inglese.

La calabro-yankee si volta verso di loro e gli chiede così, a bruciapelo: -Brooklyn-

La cliente inglese, sulla prima, non capisce, poi puntualizza che no, non è americana. Sono inglesi. La signora si scusa dell'errore, ma io non posso fare a meno di chiedermi: ma come si fa a confondere un accento inglese con uno americano? E' come sbagliarsi tra il calabrese ed il toscano, via.


2 – Vorrei una camera con vista- esordisce con un tono che dev'essere la figlia di Charles Manson.

-Non ne ho più-

-Cerchi bene-

-C'è poco da cercare. Sono le 9 di sera, siamo completi e lei ha l'ultima camera disponibile-

Un neurone che gira vorticoso, nel nulla assoluto.
Poi rinuncia. E decide di suicidarsi. Troppo lavoro.

-E quindi non c'è nessun'altra camera disponibile?-

3 – Un tedesco con minore conoscenza d'inglese di mia figlia si lamenta dell'alto costo del garage:

-Il costo varia a seconda della grandezza dell'auto, e questa macchina ha il prezzo massimo, grande com'è. Insomma, è una Kia Sorento (i coreani si divertono, a maltrattarci. Nel calcio come nei nomi. Questo vale anche per la mia ex, che era di Seoul).-

Lui ci pensa. Mi guarda. E' serio. Serissimo.

-Non è mica tanto grande-


4 – Si può avere una camera con vista? - (ultimamente c'è l'epidemia)

-Mi spiace, non ne abbiamo più disponibili-

-E noi come facciamo a vedere la città-

-Camminando-

Almeno, ci ha riso.


5 – Le buona, vecchia, classica telefonata di chi, ostinatamente, è convinto che la speranza non muore mai.

-Ho guardato su internet, ma ovunque, su qualsiasi sito, mi dice che non avete camere disponibili. E' possibile?-

-E' possibilissimo. Si chiama “completo” ed è una bellissima cosa per noi-

-Ma per me no, io devo venire a Firenze. Proprio non ha niente?-

Stavo per proporgli di dormire sul divano della hall per una modica cifra, a patto che non disturbasse il portiere di notte, ma ho preferito glissare.

Herr direktor potrebbe anche essere d'accordo.


6 – Due clienti di nazioni diverse. Maschi, come me. Anziani quanto basta per dire “potevamo farci dall'asilo al diploma assieme”

Due t-shirt nere.

Per entrambi, la indico e dico “ottima scelta”. Entrambi replicano con il pollice alzato.

Due scritte diverse, ma altamente significative: “Black Sabbath” e “AC/DC”

La mia generazione è stata la migliore. E la più fortunata.

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